La Galleria Umberto Di Marino è lieta di annunciare "Carta Canta", un progetto intimo e personale volto all’esplorazione di una delle infinite dimensioni e possibilità di collezionare l’arte contemporanea.
La mostra si svolgerà negli spazi di Casa Di Marino, invitando gli spettatori a una riflessione attraverso un percorso di opere negli spazi privati, fatto di storie, aneddoti e sussurri artistici che si sono fusi al ritmo della vita quotidiana,
Carta Canta vuole offrire uno sguardo ravvicinato alla presunta fragilità della carta e alla precarietà del disegno, ipotizzando che il valore dell'arte possa ancora una volta andare oltre la materialità e le mode del momento. Le opere che ho scelto sono come tessere di un mosaico, raccontano la storia di una collezione e di una galleria, dei suoi cambiamenti nel corso del tempo e delle molteplici vite che ha toccato; vite private e professionali che si sono mescolate indissolubilmente, di soggetti che non percepiscono una disgiunzione netta e dialettica tra le due sfere, ma come suggerisce Carlos Amorales <<mettono in bella mostra i molteplici strati che vengono eretti nel mezzo, fra la parte più intima del se e l’alterità, fra la sfera privata e quella pubblica di un individuo>>
Carta Canta è dunque un ironico invito a esplorare questa visione dell’arte e del collezionismo, e magari a scoprire una possibilità di raccontarci una storia oltre le tendenze passeggere.”
Umberto Di Marino
con opere di:
Carlos Amorales, Nobuyoshi Araki, Donald Baechler, Enrico Baj, Elena Bajo, Domenico Bianchi, Alighiero Boetti, Marco Brandizzi, Marc Breslin, Peter Böhnisch, David Casini, Jota Castro, Bruno Ceccobelli, Sandro Chia, Santiago Cucullu, Crescenzo Del Vecchio, Federico Del Vecchio, Alberto Di Fabio, Bruno Donzelli, Eugenio Espinoza, Bruna Esposito, Luca Francesconi, Simon Fujiwara, Omar Galliani, Franceca Grilli, Marco Giordano, H.H.Lim, Satoshi Hirose, Thomas Hirschhorn, Mark Hosking, Francesco Jodice, Marcello Jori, Jannis Kounellis, Runo Lagomarsino, Peter Land, Ana Manso, Salvatore Manzi, Giuseppe Maraniello, Jordi Mitja, Concetta Modica, Jonathan Monk, Gian Marco Montesano, Hidetoshi Nagasawa, Ugo Nespolo, Isadora Neves Marques, Luigi Ontani, Tony Oursler, Mimmo Paladino, Vettor Pisani, Marco Raparelli, André Romão, Salvo, Antonio Serrapica, Santiago Sierra, Donatella Spaziani, Alberto Tadiello, Emilio Tadini, Eugenio Tibaldi, vedovamazzei, Sergio Vega
La mostra si svolgerà negli spazi di Casa Di Marino, invitando gli spettatori a una riflessione attraverso un percorso di opere negli spazi privati, fatto di storie, aneddoti e sussurri artistici che si sono fusi al ritmo della vita quotidiana,
Carta Canta vuole offrire uno sguardo ravvicinato alla presunta fragilità della carta e alla precarietà del disegno, ipotizzando che il valore dell'arte possa ancora una volta andare oltre la materialità e le mode del momento. Le opere che ho scelto sono come tessere di un mosaico, raccontano la storia di una collezione e di una galleria, dei suoi cambiamenti nel corso del tempo e delle molteplici vite che ha toccato; vite private e professionali che si sono mescolate indissolubilmente, di soggetti che non percepiscono una disgiunzione netta e dialettica tra le due sfere, ma come suggerisce Carlos Amorales <<mettono in bella mostra i molteplici strati che vengono eretti nel mezzo, fra la parte più intima del se e l’alterità, fra la sfera privata e quella pubblica di un individuo>>
Carta Canta è dunque un ironico invito a esplorare questa visione dell’arte e del collezionismo, e magari a scoprire una possibilità di raccontarci una storia oltre le tendenze passeggere.”
Umberto Di Marino
con opere di:
Carlos Amorales, Nobuyoshi Araki, Donald Baechler, Enrico Baj, Elena Bajo, Domenico Bianchi, Alighiero Boetti, Marco Brandizzi, Marc Breslin, Peter Böhnisch, David Casini, Jota Castro, Bruno Ceccobelli, Sandro Chia, Santiago Cucullu, Crescenzo Del Vecchio, Federico Del Vecchio, Alberto Di Fabio, Bruno Donzelli, Eugenio Espinoza, Bruna Esposito, Luca Francesconi, Simon Fujiwara, Omar Galliani, Franceca Grilli, Marco Giordano, H.H.Lim, Satoshi Hirose, Thomas Hirschhorn, Mark Hosking, Francesco Jodice, Marcello Jori, Jannis Kounellis, Runo Lagomarsino, Peter Land, Ana Manso, Salvatore Manzi, Giuseppe Maraniello, Jordi Mitja, Concetta Modica, Jonathan Monk, Gian Marco Montesano, Hidetoshi Nagasawa, Ugo Nespolo, Isadora Neves Marques, Luigi Ontani, Tony Oursler, Mimmo Paladino, Vettor Pisani, Marco Raparelli, André Romão, Salvo, Antonio Serrapica, Santiago Sierra, Donatella Spaziani, Alberto Tadiello, Emilio Tadini, Eugenio Tibaldi, vedovamazzei, Sergio Vega
RIPARTE IN_CONTEMPORANEA. ARTISTI IN DIALOGO Tre artisti, tre approcci all’arte, tre modi di rapportarsi al tema del sacro
Da sabato 11 novembre 2023 riparte il ciclo di incontri online dal titolo In_Contemporanea. Artisti in Dialogo, momento di confronto attivo con alcuni degli esponenti più importanti della contemporaneità, con l’obiettivo di indagare e di spiegare il loro lavoro tra arte e spiritualità.
La tradizionale rassegna della Collezione Paolo VI - arte contemporanea è un’occasione di dialogo in cui gli artisti raccontano la loro ricerca, spiegando la propria poetica attraverso una selezione dei loro lavori contestualizzandoli nella loro storia.«In_Contemporanea è un progetto che permette agli appassionati d’arte di fare domande dirette agli artisti» spiega Marisa Paderni, conservatore della Collezione, «In Contemporanea vuole essere un progetto ponte, che permette di conoscere l’arte nel modo più semplice: attraverso il racconto della sua genesi, il confronto coi suoi creatori e la narrazione di una spiritualità contemporanea»
Gli incontri non sono rivolti solo agli “addetti ai lavori”, al contrario sono aperti a tutti coloro che sono interessati ad approfondire il tema dell’arte sacra contemporanea oggi.
Relatore del primo appuntamento, previsto per sabato 11 novembre alle ore 16.30, è Gianriccardo Piccoli che parlerà delle sue opere più significative, tra cui il Crocifisso pensato per la Parrocchiale di Albino. In tale occasione l’artista racconterà anche la sua esposizione “Quasi tutto”, inserita nel palinsesto di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023.
Sabato 18 novembre alle ore 16.30 si terrà il secondo incontro che avrà come protagonista Concetta Modica. L’artista spiegherà la sua opera commissionata dal Museo Civico di Castelbuono (Palermo) per la collezione permanente dal titolo La notte di Sant’Anna, presentata a maggio 2023 alla cittadinanza. Insieme all’artista parteciperà anche Laura Barreca, direttrice del Museo, che racconterà il rapporto tra artista e committente. Il progetto è stato anche nominato vincitore del bando PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Relatore del terzo e ultimo incontro, che si terrà sabato 2 dicembre 2023 alle ore 16.30, è Marco Cingolati, artista noto al mercato dell’arte per l’utilizzo eclettico del colore, che parlerà delle sue opere legate a temi religiosi. Nello specifico, si soffermerà sullo studio da lui dedicato alle apparizioni mariane che hanno contrassegnato gli ultimi due secoli: Lourdes e Fatima.
Gli incontri sono gratuiti e si terranno sulla piattaforma Google Meet. Per partecipare è necessario prenotarsi al seguente link: https://bit.ly/prenotazione_incontemporanea.
Concetta Modica nasce a Modica (Ragusa) nel 1969, mentre oggi vive e lavora a Milano. Completa gli studi artistici pressi l’Accademia di Belle Arti di Brera e all’UDK, l’Universitat der Kunst di Berlino. Frequenta poi il corso superiore di Arti Visive Antonio Ratti a Como con Giulio Paolini nel 2002.La sua ricerca artistica si concentra sul presente e sui suoi paradossi visivi e critici, in particolare sul concetto di epica contemporanea. Il tempo presente viene indagato in quanto rimanenza di qualcosa, in quanto
occasione di incontro e rapporto con altri artisti e altre arti, nonché in quanto portatore di differenti significati, il tutto principalmente tramite il linguaggio scultoreo (soprattutto ceramica, terracotta e maiolica). È pertanto attratta dalla trasformazione delle cose, dalla loro disgregazione e dalla loro dematerializzazione. L’interesse si sposta così su una sperimentazione continua, grazie anche alle caratteristiche proprie della terracotta, naturalmente contenitore di infinite possibilità trasformative; da qui l’interazione con altri materiali, quali stoffe, elementi vegetali, ferro, vetro, oppure con altre tecniche, quali intonaco e affresco.
Tra le prime mostre personali si ricordano “ex-coperta” (2004) alla GAMEC di Bergamo, curata da Giacinto di Pietrantonio e Alessandro Rabottini e “One more time” (2007) alla Galleria Umberto di Marino di Napoli. Del 2016 è invece “Quel che resta”, curata da Francesca Pasini, per la Libreria delle donne (Milano), mentre dell’anno successivo “Segni per far fiorire vasi” al Centro Espositivo Villa Pacchiani presso Santa Croce sull’Arno (Pisa).
Curiosa è l’attenzione all’epica nella “Trilogia di Orlando” (2018), mostra personale curata da Michela Eremita e articolata in tre appuntamenti dislocati in vari spazi espositivi, tra cui Piazza del Duomo a San Gimignano (Siena) e lo Spazio C.O.S.M.O. di Milano. Le ultime esposizioni personali sono “Natura morta” (2020) presso lo Studio legale Piccinino Bertolazzi (Milano) e “Threesome fuoco #3” (2021) alla Galleria Francesco Pantaleone di Milano. Tra le più recenti residenze in cui è stata ospite si segnalano nel 2019 “Per un rinnovato mecenatismo di Contrada”, V edizione, Contrada della Torre (Siena) e nel 2023 “Wenzhou sketching”, Zhejiang, Nanxi Academy.
Autrice anche di diverse pubblicazioni, nel 2013 dà alle stampe “In pasto al presente” (A+MBookstore, Milano) e nel 2023 “Notti. Il viaggio di un sepalo per diventare una stella” (Gli Ori, Pistoia).
Di rilievo infine è il progetto “La notte di Sant’Anna” (2023), commissionato dal Museo Civico di Castelbuono (Palermo) e vincitore del bando PAC2021 Piano per l’Arte Contemporanea, divenuto installazione permanente nella collezione di Arte Sacra del Museo. L’opera è legata alle vicende storiche della reliquia di Sant’Anna, patrona di Castelbuono, conservata nella Cappella a lei dedicata nel Castello di Ventimiglia, sede del Museo.
CHENGDU BIENNALE Time Gravity 7 LUGLIO - 16 NOVEMBRE CHENG DU ART MUSEUM TIANFU ART PARK
ICA Milano
PER UN MANIFESTO DELLA NUOVA CERAMICA IT EN
16.03.2023 16.03.2023 Per un manifesto della nuova ceramica
Giovedì 16 marzo 2023
Ore 17:30
Fondazione ICA Milano
Fondazione ICA Milano presenta, giovedì 16 marzo 2023 alle ore 17.30, l’inedito volume Per un Manifesto della nuova ceramica, pubblicato da Mousse Publishing come sintesi di un percorso che ha avuto origine negli spazi di Via Orobia 26 a Milano
Per un Manifesto della nuova ceramica nasce dal desiderio di restituire un’istantanea sullo scenario della ceramica italiana e internazionale, imprimendo su carta il sentire comune che negli ultimi anni ne ha innervato decorsi e sperimentazioni. Nel cogliere questo sentimento, la curatrice e docente Irene Biolchini ha avviato una collaborazione con Fondazione ICA Milano che si è risolta nella costruzione di un ciclo di sei incontri realizzati tra ottobre 2021 e marzo 2022. Protagonista dello speciale calendario è l’arte della ceramica del XXI secolo, ricostruita attraverso un’indagine corale che ha coinvolto ventitré artisti contemporanei.
Dice Irene Biolchini: “Questo Manifesto è uno sforzo corale, ma non per questo ha una vocazione universale. Tutto ciò che viene riportato è una visione parziale del mondo, è il suono delle vibrazioni delle voci che lo popolano. Chi scrive, e chi domanda, ha cercato di non essere mai neutrale, piuttosto di accordarsi al tono dell’artista. ”
Le molteplici voci e le visioni intervenute nel corso degli appuntamenti in Fondazione ICA Milano sono riunite nelle pagine del volume, che include i contributi di Andrea Anastasio, Salvatore Arancio, Rosanna Bianchi Piccoli, Irene Biolchini, Lorenza Boisi, Vincenzo Cabiati, Chiara Camoni, Marco Ceroni, Diego Cibelli, Tommaso Corvi-Mora, Paolo Gonzato, Ugo La Pietra, Loredana Longo, Claudia Losi, Concetta Modica, Liliana Moro, Ornaghi e Prestinari, Alessandro Roma, Andrea Salvatori, Francesco Simeti, Sissi e Federico Tosi.
Il progetto, sostenuto da Iris Ceramica Group, restituisce una combinazione unica tra mondo produttivo e creativo, con l’intento di dare vita a un vero e proprio “manifesto” della ceramica contemporanea. “Essere parte di questa pubblicazione significa per noi, promuovere gli artisti-artigiani, che con grande passione e amore riscrivono ogni giorno il percorso della ceramica, dimostrando attraverso le loro opere la forza dell’intuizione e della genialità. La realizzazione di un Manifesto diviene un atto dovuto, un inno all’anima eclettica, alla bellezza nobile e sostenibile della ceramica, per tracciarne i principi e delinearne la nuova poetica, quella del nostro secolo”, spiega Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group.
Dopo l’esordio del 2019, la pausa forzata del 2020 e l’edizione dello scorso anno, riuscitissima nonostante gli inciampi pandemici, sabato 17 dicembre 2022 alle ore 20:30 torna dal vivo in unica, corposa serata Corpi sul palco, la rassegna di performance artistiche a Teatro Linguaggicreativi curata e presentata da Andrea Contin. A Corpi sul palco 2022 partecipano Valerio Ambiveri e Bianca Terreni, gli Amici di Bruce, Teresa Antignani, Filippo Borella, Matteo Coluccia, Nicola Di Caprio, Luigi Presicce, Concetta Modica e Valeria Manzi, Maria Cristina Galli, Claudia Losi e Pleto Ple. Le performance si susseguiranno con ritmo teatrale sul palco, presentate dal curatore e a sua volta artista e performer Andrea Contin, che introdurrà le esibizioni creando un filo conduttore estemporaneo alla serata. Come sempre gli artisti invitati appartengono a generazioni diverse e hanno modi espressivi eterogenei, così che Corpi sul palco possa offrire una visione non esaustiva ma sintomatica del mondo della performance nelle arti visive, in una visione tra pari e all’interno di un contesto diverso ma proprio per questo estremamente stimolante e denso di valenze simboliche e psicologiche.
Nato dall’incontro tra l’artista e curatore Andrea Contin con Simona Migliori, Paolo Trotti e Ilaria Piccardi di Teatro Linguaggicreativi di Milano, Corpi sul palco ha esordito con le due serate sold-out della prima edizione andata in scena a Milano nel 2019 e, dopo l’inaspettato e improvviso arresto di ogni attività, ha continuato il suo percorso con il successo dell’evento online Corpi sul palco - performance da casa in tempo di quarantena in pieno lockdown, a cui è seguita l’importante mostra al MMSU – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Rijeka in Croazia come evento di Rijeka 2020 – Capitale europea della cultura, e il ritorno ibrido a teatro con due edizioni di Corpi (non) sul palco, un formato inedito in cui gli artisti si sono esibiti in streaming dai loro luoghi d’origine sparsi per il mondo, per essere proiettati in diretta per il solo pubblico in sala. Un’evoluzione e una progressione sorprendenti per un progetto dove “la Performance trova cittadinanza per ispirazione di artisti e non di critici o curatori” – come ha scritto Pietro Gaglianò citando Corpi sul palco nel suo recente testo Psicopatologia della Performance – che hanno permesso alla rassegna di tornare al contatto diretto con il pubblico in questa nuova serata dal vivo. In questa edizione verrà anche presentata la collaborazione con il progetto DUNE - Arte Paesaggi Utopie, il campus creativo transdisciplinare di fronte al mare di Grosseto, che utilizza il linguaggio dell’arte come strumento di indagine, valorizzazione e riconnessione interiore con l’ambiente. Con DUNE, a cui quest’anno ha partecipato in rappresentanza di Corpi sul palco l’artista Chiara Gambirasio, nasce una collaborazione di scambio reciproco che rappresenta un passo nella creazione di una rete che unisca realtà come le nostre, in cui è il movimento dal basso a creare la visibilità e la relazione reciproca tra gli artisti.
E TRALLERALLERA
Progetto a cura di Susanna Baumgartner
per De Pietri Artphilein Foundation
Collaboratori: Marco Arrigoni, Carla Burani, Orio Vergani
Artisti: Susanna Baumgartner, Martina Corà, Ermanno Cristini, Diana Dorizzi, Elena El Asmar, Luisa Figini, Cosimo Filippini, Giulio Lacchini, Elisa Macellari, Marco Andrea Magni, Piritta Martikainen, Concetta Modica, Mara Palena, Francesca Romana Pinzari, Alessandro Rolandi, Carlo Rusca, Fosco Valentini, Serena Vestrucci
Inaugurazione della mostra: mercoledì 23 novembre, ore 18.00
Periodo mostra: 24 novembre 2022- 28 febbraio 2023
Presso: Art on paper, via San Salvatore 2, Paradiso, Lugano
E trallerallera è un titolo che ha origine dal quindicesimo episodio dell’Ulisse di Joyce, Circe.
Un episodio centrale, dove realtà e fantastico si confondono, o meglio, si compenetrano scavalcando io, tu e noi, in un destino presente e futuro. Il suono delle parole evoca e apre spazi incommensurabili, mantenendo un ritmo che risuona.
Nell’Ulisse di Joyce ogni ora, ogni organo, ogni arto, ogni persona, diventano città, universo umano. Lo smembramento di Dioniso rimanda alla scomposizione del corpo di ogni individuo che si lascia trasportare dall’esistenza stessa nella vita, con la lucida coscienza di ogni organo di quello stesso corpo abbandonato al flusso. La parola fiore è un leitmotiv che torna più volte nell’Ulisse, come simbolo di un mondo femminile ispiratore e creatore di un chaosmos. Un caos che è cosmo; una sola parola per esprimere non un’opposizione, una dualità, ma un’unione, a partire da quel bocciolo di carne che è l’ombelico. Un movimento orizzontale, una qualità fluida di tracce e collisioni. La legge degli opposti si risolve in un tutto dove le idee, contenendo le immagini delle cose, ricreano un mondo. La vita è nella materia e la materia è infinita.
Il linguaggio descrive esperienze che rendono l’uomo libero di trovare il suo paradiso; un al di là di verità sostanziali, attraversando coraggiosamente l’inferno. Il giorno e la notte, la notte e il giorno, sono insieme il viaggio e la meta. La libertà di Ulisse è al maschile e al femminile, anche se è il femminile a guidare nell’ombra la narrazione. Quel femminile che richiama l’acqua, fonte di vita e la capacità di adattarsi all’ambiente, seguendo il cambiamento costante e la sua legge.
Senza l’accogliente ambiente di Shakespeare and Company e la lungimiranza di Sylvia Beach l’Ulisse di James Joyce non sarebbe stato pubblicato; non sicuramente, come desiderava l’autore, in carta blu greco, il 2 febbraio 1922 (anche se quel giorno ne ricevette solo una prima copia). Il clima culturale e l’atmosfera della libreria parigina sono stati indispensabili alla vita di questo epico romanzo contemporaneo. In quel mitico, ideale luogo di scambi e novità creative, l’Ulisse di Joyce ha trovato il terreno per essere fiore tra i fiori.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo pubblicato da Artphilein Editions in occasione del finissage di martedì 28 febbraio 2023.
Progetto a cura di Susanna Baumgartner
per De Pietri Artphilein Foundation
Collaboratori: Marco Arrigoni, Carla Burani, Orio Vergani
Artisti: Susanna Baumgartner, Martina Corà, Ermanno Cristini, Diana Dorizzi, Elena El Asmar, Luisa Figini, Cosimo Filippini, Giulio Lacchini, Elisa Macellari, Marco Andrea Magni, Piritta Martikainen, Concetta Modica, Mara Palena, Francesca Romana Pinzari, Alessandro Rolandi, Carlo Rusca, Fosco Valentini, Serena Vestrucci
Inaugurazione della mostra: mercoledì 23 novembre, ore 18.00
Periodo mostra: 24 novembre 2022- 28 febbraio 2023
Presso: Art on paper, via San Salvatore 2, Paradiso, Lugano
E trallerallera è un titolo che ha origine dal quindicesimo episodio dell’Ulisse di Joyce, Circe.
Un episodio centrale, dove realtà e fantastico si confondono, o meglio, si compenetrano scavalcando io, tu e noi, in un destino presente e futuro. Il suono delle parole evoca e apre spazi incommensurabili, mantenendo un ritmo che risuona.
Nell’Ulisse di Joyce ogni ora, ogni organo, ogni arto, ogni persona, diventano città, universo umano. Lo smembramento di Dioniso rimanda alla scomposizione del corpo di ogni individuo che si lascia trasportare dall’esistenza stessa nella vita, con la lucida coscienza di ogni organo di quello stesso corpo abbandonato al flusso. La parola fiore è un leitmotiv che torna più volte nell’Ulisse, come simbolo di un mondo femminile ispiratore e creatore di un chaosmos. Un caos che è cosmo; una sola parola per esprimere non un’opposizione, una dualità, ma un’unione, a partire da quel bocciolo di carne che è l’ombelico. Un movimento orizzontale, una qualità fluida di tracce e collisioni. La legge degli opposti si risolve in un tutto dove le idee, contenendo le immagini delle cose, ricreano un mondo. La vita è nella materia e la materia è infinita.
Il linguaggio descrive esperienze che rendono l’uomo libero di trovare il suo paradiso; un al di là di verità sostanziali, attraversando coraggiosamente l’inferno. Il giorno e la notte, la notte e il giorno, sono insieme il viaggio e la meta. La libertà di Ulisse è al maschile e al femminile, anche se è il femminile a guidare nell’ombra la narrazione. Quel femminile che richiama l’acqua, fonte di vita e la capacità di adattarsi all’ambiente, seguendo il cambiamento costante e la sua legge.
Senza l’accogliente ambiente di Shakespeare and Company e la lungimiranza di Sylvia Beach l’Ulisse di James Joyce non sarebbe stato pubblicato; non sicuramente, come desiderava l’autore, in carta blu greco, il 2 febbraio 1922 (anche se quel giorno ne ricevette solo una prima copia). Il clima culturale e l’atmosfera della libreria parigina sono stati indispensabili alla vita di questo epico romanzo contemporaneo. In quel mitico, ideale luogo di scambi e novità creative, l’Ulisse di Joyce ha trovato il terreno per essere fiore tra i fiori.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo pubblicato da Artphilein Editions in occasione del finissage di martedì 28 febbraio 2023.
SPLIT STEP, sabato 12 novembre dalle 11 alle 17, Ex Macelli Civici, Viale Molise 64, Milano
progetto di Susanna Baumgartner e Ermanno Cristini
Aurelio Andrighetto, Susanna Baumgartner, Cesare Biratoni, Sergio Breviario, Umberto Cavenago, Loris Cecchini, Gianluca Codeghini, Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Matteo Cremonesi, Ermanno Cristini, Sabrina D’Alessandro, Carla Della Beffa, Oppy De Bernardo, Carlo Dell’Acqua, Joykix, Silvia Listorti, Cecilia Mentasti, Concetta Modica, Giancarlo Norese, Luca Pancrazzi, Carlo Rusca, Luca Scarabelli, Giovanni Termini, Luisa Turuani, Enzo Umbaca, Olivia Vighi
www.cantiereinlentomovimento.jimdofree.com
"Split Step", nel gioco del tennis è il saltello immediatamente prima di colpire una volèe; è un porsi in equilibrio per ottimizzare la spinta verso la palla. Lo "Split Step" è un istante decisivo perché entro il suo perimetro si gioca la qualità del tiro e forse della partita.
Questa mostra nasce un po’ alla stessa maniera, in risposta all’opportunità improvvisa di uno spazio che tra breve diventerà un’altra cosa.
In "Split Step" gli artisti invitati si incontrano nell’arco di una giornata per assumere in un gesto lo spazio con tutta la sua memoria.
Nel contempo l’incontro tra gli artisti e il pubblico, ammesso dall’inizio dell’azione, dà luogo ad un momento a metà strada tra soluzione installativa e performativa, tra site specific e time specific, in una dimensione apertamente laboratoriale che si assume come fine in sé. Per poi aprirsi, fuori di lì, a “mostra” finita, ai possibili “racconti” successivi, fatti di gesti, di immagini, di parole, intesi come altrettante testimonianze e come parte integrante della “mostra” stessa.
Si dice che nulla accada per caso: quelle che noi chiamiamo coincidenze o casualità, sono in realtà frutto della sincronicità
A pochissime ore dalla conclusione dei festeggiamenti in onore di Sant’Anna Patrona di Castelbuono, riceviamo la notizia di essere 𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝘃𝘃𝗶𝘀𝗼 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗼 𝗣𝗔𝗖𝟮𝟬𝟮𝟭 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per le proposte progettuali per l’acquisizione, la produzione e la valorizzazione di opere dell’arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano!
𝗜𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝗠𝘂𝘀𝗲𝗼 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹𝗯𝘂𝗼𝗻𝗼, 𝗮 𝗰𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 Valentina Bruschi 𝘀𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗶𝘁𝗼𝗹𝗮 “𝗟𝗮 𝗻𝗼𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘁’𝗔𝗻𝗻𝗮”, opera commissionata all'artista Concetta Modica per la collezione di Arte Sacra del museo, includendo per la prima volta un’opera contemporanea in un percorso espositivo legato alla profonda devozione della cittadinanza al “tesoro di Sant’Anna”, patrona di Castelbuono.
A pochissime ore dalla conclusione dei festeggiamenti in onore di Sant’Anna Patrona di Castelbuono, riceviamo la notizia di essere 𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝘃𝘃𝗶𝘀𝗼 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗼 𝗣𝗔𝗖𝟮𝟬𝟮𝟭 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per le proposte progettuali per l’acquisizione, la produzione e la valorizzazione di opere dell’arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano!
𝗜𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝗠𝘂𝘀𝗲𝗼 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹𝗯𝘂𝗼𝗻𝗼, 𝗮 𝗰𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 Valentina Bruschi 𝘀𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗶𝘁𝗼𝗹𝗮 “𝗟𝗮 𝗻𝗼𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘁’𝗔𝗻𝗻𝗮”, opera commissionata all'artista Concetta Modica per la collezione di Arte Sacra del museo, includendo per la prima volta un’opera contemporanea in un percorso espositivo legato alla profonda devozione della cittadinanza al “tesoro di Sant’Anna”, patrona di Castelbuono.
FEDE e BELLEZZA – un album di figure
Intervento site specific e dialogico con gli apparati artistico-confessionali del Sacro Monte di Ghiffa
Mostra collettiva a cura di Lorenza Boisi
Artiste in mostra: Paola Alborghetti, Francesca Ferreri, Serena Fineschi, Concetta Modica, Vera Portatadino, Eva Reguzzoni, Laura Renna.
18 settembre - 02 ottobre 2022
Sacro Monte di Ghiffa, Ghiffa (VB)
****
INAUGURAZIONE MOSTRA
Domenica 18 settembre 2022, ore 11:30
Sacro Monte di Ghiffa, Ghiffa (VB)
Performance ODOR SUAVIS, ore 15:00
a cura di Federico Gagliardi, Elisa Sbaragli, Davide Tagliavini
con il sostegno di SCINTILLE - Festival delle Arti Performative
Domenica 18 Settembre 2022 verrà presentata al pubblico “FEDE e BELLEZZA - un album di figure”, mostra collettiva a cura di Lorenza Boisi promossa da C.A.R.S., branca del contemporaneo dell’Associazione Culturale Mastronauta, con il sostegno della Fondazione Comunitaria VCO, il contributo di Fondazione CRT, in collaborazione con l’Ente di Gestione dei Sacri Monti, la Regione Piemonte e il Centro Operativo Artistico Scigul.
Per questa prima edizione la curatrice Lorenza Boisi ha invitato le artiste Paola Alborghetti, Francesca Ferreri, Serena Fineschi, Concetta Modica, Vera Portatadino, Eva Reguzzoni, Laura Renna a realizzare un’opera inedita site specific in dialogo con gli apparati artistico-confessionali del Sacro Monte di Ghiffa.
Il progetto “Fede e Bellezza - un album di figure” si ispira alla tematica del celebre romanzo di Nicolò Tommaseo “Fede e Bellezza”, opera del 1840, tra le fondanti della tradizione del Romanzo italiano. Una vicenda di profondo amore quintessenziale che si dipana narratologicamente su una complessa molteplicità costruita con materiali eterogenei: dal diario, al racconto, dal romanzo epistolare, al romanzo storico, in una divagazione che si confronta con il principio di una Fede che è soprattutto Bellezza, in questo rispecchiando emblematicamente l’intento della mostra che si propone di coniugare materiali ed interventi artistici eterogenei con l’impianto e la complessità artistica e culturale del Sacro Monte di Ghiffa.
Benedetto Croce definì, in una sua critica al romanzo, “Fede e Bellezza” – “… una vera pinacoteca di ritratti femminili, così vagheggiati e amati, o almeno affascinanti e turbativi…” esattamente come si vorrebbe suggerire nel sottotitolo al progetto - un album di figure, implicando, per ellissi, che si tratti di figure femminili.
“La mostra” - sottolinea Lorenza Boisi - “si propone di suggerire l'osservazione del rapporto Arte/Fede, in una lettura variamente impegnata, che si muova tra suggestione e confessione, a diventare, negli anni, piccola mappatura dello scenario artistico femminile italiano, addentrandosi in una tematica, sfuggente e sfuggita, che spesso resta al margine delle indagini intellettuali del presente”
La giornata inaugurale si aprirà alle 11:30 con una presentazione al pubblico del progetto espositivo, seguirà un momento conviviale presso il Ristorante La Trinità.
Alle 15:00 appuntamento speciale di SCINTILLE - Festival delle Arti Performative che per l’occasione presenterà la performance "ODOR SUAVIS” a cura di Federico Gagliardi, Elisa Sbaragli e Davide Tagliavini. Dalle 16 sarà infine possibile partecipare a una visita guidata della mostra con la curatrice Lorenza Boisi.
Le opere, esposte all'interno delle cappelle votive, nel pronao della Chiesa SS. TRINITA’ e nel portico della Via Crucis, saranno visitabili a ingresso libero sino a domenica 2 ottobre.
Per informazioni e prenotazioni visite guidate [email protected] - T. 3356465599
CARS
C.A.R.S., branca del contemporaneo dell'Associazione Culturale Mastronauta, opera dal 2010, su progetto di Lorenza Boisi ed Andrea Ruschetti, nella promozione e divulgazione della cultura artistica contemporanea sul territorio del VCO attraverso programmi di residenza d’artista, esposizioni, concorsi ed eventi.
Dal 2018 CARS è incluso nella mappatura nazionale del luoghi del contemporaneo stilata dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero della Cultura https://luoghidelcontemporaneo.beniculturali.it/
Intervento site specific e dialogico con gli apparati artistico-confessionali del Sacro Monte di Ghiffa
Mostra collettiva a cura di Lorenza Boisi
Artiste in mostra: Paola Alborghetti, Francesca Ferreri, Serena Fineschi, Concetta Modica, Vera Portatadino, Eva Reguzzoni, Laura Renna.
18 settembre - 02 ottobre 2022
Sacro Monte di Ghiffa, Ghiffa (VB)
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INAUGURAZIONE MOSTRA
Domenica 18 settembre 2022, ore 11:30
Sacro Monte di Ghiffa, Ghiffa (VB)
Performance ODOR SUAVIS, ore 15:00
a cura di Federico Gagliardi, Elisa Sbaragli, Davide Tagliavini
con il sostegno di SCINTILLE - Festival delle Arti Performative
Domenica 18 Settembre 2022 verrà presentata al pubblico “FEDE e BELLEZZA - un album di figure”, mostra collettiva a cura di Lorenza Boisi promossa da C.A.R.S., branca del contemporaneo dell’Associazione Culturale Mastronauta, con il sostegno della Fondazione Comunitaria VCO, il contributo di Fondazione CRT, in collaborazione con l’Ente di Gestione dei Sacri Monti, la Regione Piemonte e il Centro Operativo Artistico Scigul.
Per questa prima edizione la curatrice Lorenza Boisi ha invitato le artiste Paola Alborghetti, Francesca Ferreri, Serena Fineschi, Concetta Modica, Vera Portatadino, Eva Reguzzoni, Laura Renna a realizzare un’opera inedita site specific in dialogo con gli apparati artistico-confessionali del Sacro Monte di Ghiffa.
Il progetto “Fede e Bellezza - un album di figure” si ispira alla tematica del celebre romanzo di Nicolò Tommaseo “Fede e Bellezza”, opera del 1840, tra le fondanti della tradizione del Romanzo italiano. Una vicenda di profondo amore quintessenziale che si dipana narratologicamente su una complessa molteplicità costruita con materiali eterogenei: dal diario, al racconto, dal romanzo epistolare, al romanzo storico, in una divagazione che si confronta con il principio di una Fede che è soprattutto Bellezza, in questo rispecchiando emblematicamente l’intento della mostra che si propone di coniugare materiali ed interventi artistici eterogenei con l’impianto e la complessità artistica e culturale del Sacro Monte di Ghiffa.
Benedetto Croce definì, in una sua critica al romanzo, “Fede e Bellezza” – “… una vera pinacoteca di ritratti femminili, così vagheggiati e amati, o almeno affascinanti e turbativi…” esattamente come si vorrebbe suggerire nel sottotitolo al progetto - un album di figure, implicando, per ellissi, che si tratti di figure femminili.
“La mostra” - sottolinea Lorenza Boisi - “si propone di suggerire l'osservazione del rapporto Arte/Fede, in una lettura variamente impegnata, che si muova tra suggestione e confessione, a diventare, negli anni, piccola mappatura dello scenario artistico femminile italiano, addentrandosi in una tematica, sfuggente e sfuggita, che spesso resta al margine delle indagini intellettuali del presente”
La giornata inaugurale si aprirà alle 11:30 con una presentazione al pubblico del progetto espositivo, seguirà un momento conviviale presso il Ristorante La Trinità.
Alle 15:00 appuntamento speciale di SCINTILLE - Festival delle Arti Performative che per l’occasione presenterà la performance "ODOR SUAVIS” a cura di Federico Gagliardi, Elisa Sbaragli e Davide Tagliavini. Dalle 16 sarà infine possibile partecipare a una visita guidata della mostra con la curatrice Lorenza Boisi.
Le opere, esposte all'interno delle cappelle votive, nel pronao della Chiesa SS. TRINITA’ e nel portico della Via Crucis, saranno visitabili a ingresso libero sino a domenica 2 ottobre.
Per informazioni e prenotazioni visite guidate [email protected] - T. 3356465599
CARS
C.A.R.S., branca del contemporaneo dell'Associazione Culturale Mastronauta, opera dal 2010, su progetto di Lorenza Boisi ed Andrea Ruschetti, nella promozione e divulgazione della cultura artistica contemporanea sul territorio del VCO attraverso programmi di residenza d’artista, esposizioni, concorsi ed eventi.
Dal 2018 CARS è incluso nella mappatura nazionale del luoghi del contemporaneo stilata dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero della Cultura https://luoghidelcontemporaneo.beniculturali.it/
Il paradosso di Zenone
la performance nell’arte e nello sport
a cura di Concetta Modica
Courmayeur, Campionati assoluti di Scherma
Centro Congressi 31 maggio - 5 giugno 2022 proiezioni dalle 10 alle 14
Videolist
Silvia Camporesi: Dance dance dance 2007 - 4’26’’(Courtesy z2o Gallery Roma)
Andrea Contin: Versus 2018 - 10’, (Courtesy l’artista)
Marilisa Cosello: try 5 2022 - 3’42’’ (Courtesy l’artista e Galleria Studio G7, Bologna)
Alessio De Girolamo: 4 minuti 2012 - 4’ (Courtesy l’artista)
Paola Di Bello: Video-Stadio 1997 - 7’25” (Courtesy l’artista)
Serena Fineschi: I pattinatori d'inverno 2020 - 2'28'’ (Courtesy Museo d'arte per Bambini, Santa Maria della Scala, Siena)
Debora Hirsch: Camminata lenta 2020 - 2’’ (Courtesy l’artista e Galleria Boccanera, Milano)
Loredana Longo: Gold Heel 2018 - 1’24” (Courtesy l’artista e Galleria Francesco Pantaleone)
Valeria Manzi: Ginnastica eroica 2021 - 1’18’’ (Courtesy l’artista)
Amedeo Martegani: Savigno 2015 - 8’14’’ (Courtesy l’artista)
Concetta Modica: La Furia 2018 - 4’08’’ (Courtesy l’artista e Culture attive, San Gimignano)
Paulo Renftle: La curvatura del Tempo 1’23” (Courtesy l’artista e Foundation.app – NFT)
Enzo Umbaca: Kick Off 2002 - 9’49’’ (Courtesy l’artista e Placentia Arte)
Il corpo è il grande assente di questi ultimi anni di pandemia, silente dietro agli schermi, solo occhi e voce.
Ora si cerca di tornare alla normalità, si ritorna un po' più vicini, nei cinema, nei teatri e nelle competizioni sportive, il corpo finalmente riemerge. L’arte è un grande campo di gioco in cui si consumano gare, competizioni e conflitti, sin da quando gli artisti litigavano nelle botteghe, sino a oggi, in cui ci si accapiglia per un posto nel mondo che non ha abbastanza sdraio per stare al sole.
In un contesto così prestazionale, l’arte può aiutarci a ribaltare i canoni a cui siamo abituati, mettendoci di fronte all’impossibilità e alla sconfitta della competizione. Ci mette di fronte al disfacimento degli obiettivi, dei traguardi e dei risultati usando come filtro il paradosso.
I traguardi una volta ottenuti cadono ai nostri piedi per essere sostituiti da altri traguardi e ancora altri, come nel video di Alessio De Girolamo.
I video presentati sono quasi tutti legati a performance, pur mantenendo l’autonomia di videoarte.
In molte situazioni accade tutto alla rovescia e nell’assenza sentiamo la presenza. In uno stadio vuoto e silenzioso dei ragazzini con le bandierine e il linguaggio Morse fanno sentire e immaginare il frastuono e le parolacce dei tifosi, nel video di Enzo Umbaca.
Paola Di Bello invece muove degli edifici in cemento armato, così le torri di San Siro ruotano come dei carillon al passaggio dei tifosi, nel suo iconico video. Non vediamo lo stadio ma ne percepiamo le traiettorie circolari, tonde come un pallone. Cosi come nel lavoro di Debora Hirsch non vediamo il camminatore lento ma il suo sguardo, vediamo attraverso i suoi occhi senza sentire il corpo. Sentiamo le sue parole e il paesaggio che diventa interiore.
Gli schermitori fanno da paladini e supporter di pupi di terracotta con il volto di Orlando, tutti Orlando contro altri Orlando, e dopo averli mandati in frantumi, raccolgono i cocci di un’epica che non esiste più, tema caro al lavoro di Concetta Modica.
Serena Fineschi con dei movimenti pieni di grazia e dolcezza fa arrivare l’eco di due pattinatori su ghiaccio solo mostrandoci le mani, tanto da sentire nel rumore delle dita sul tavolo il fruscio degli sci sulla neve; Valeria Manzi sempre con le mani esalta un’energica ginnastica Eroica sulle note di L. Van Beethoven in una sorta di sintesi del quotidiano.
L’arte si nutre di assenza per poter evocare, per mettere in moto l’immaginazione e inventare ciò che non vediamo. Anche Amedeo Martegani fa appena immaginare con la luce di un neon sulle spalle di un cavallo il suo movimento: lo si vede e riconosce solo quando uscirà dal bosco, ma in quel buio e in quella luce portata in modo agitato da animale predato, percepiamo la paura, il movimento, il corpo animale pronto alla prestazione. Le impronte su un sacco da box in argilla cruda impresse da Loredana Longo che dopo una serie di pugni infilza il tacco 12 di una scarpa color oro. In un secondo momento fa cuocere il sacco rendendolo un artefatto in ceramica che fissa la velocità e i gesti di un momento che parla di politica, del corpo delle donne ed entra in dialogo con il lavoro di Marilisa Cosello che riflette proprio sul corpo delle donne come corpo politico. Corpo come palcoscenico in cui transitano idee, lotte, aspettative della società, un campo con regole non sempre dichiarate.
Le regole del gioco e altri elementi da indagare sono nel pensiero di Andrea Contin, il quale spiazza completamente i boxer sul ring, diventati tre al posto di due. Ribaltando regolamenti e convenzioni, facendo posto al bisogno e alla paura di difendersi da attacchi moltiplicati da più parti.
Una donna in un fluente vestito rosso nuota e danza in una piscina olimpionica nel video di Silvia Camporesi, facendo dimenticare l’acqua, ma non la fluidità.
Infine il salto nel vuoto, cosi caro a Yves Klein e al mondo dell’arte, è quello dei tuffi; Paulo Renftle racconta istanti sospesi di uno sport non di acqua, ma di aria, da sempre metafora esistenziale e ultraterrena.
D3082 Domus Civica Calle de le Sechere, San Polo 3082, Venezia D3082 avvia a una nuova serie di appuntamenti a partire dalla mostra Scelte Apparizioni, con opere di Lara Ilaria Braconi, Concetta Modica, Elena El Asmar. Un nuovo progetto espositivo che coinvolge diversi linguaggi-pittorico, scultoreo e tessile -accolti negli inconsueti spazi di D3082 presso Domus Civica: un “padiglione urbano”, che consente all’osservatore la visione costante dei lavori dalla strada. La mostra sarà visibile dal 28 maggio al 17 luglio 2022 (opening: venerdì 27 maggio, ore 18.30). Scelte Apparizioni è un progetto corale che prende vita con tre artiste, differenti tra loro per poetica e mezzi espressivi, riunite da Valeria Manzi; artista, docente, poetessa, a sua volta è stata tra le protagoniste della prima mostra di D3082, nel 2019. Una sorta di passaggio di testimone ideale, legato alla condivisione di esperienze, spazi, progetti, vite. Tre finestre aperte davanti agli occhi che appaiono, azionano domande e spaesamento. Per dirlo con le parole della curatrice: per condividere un messaggio di pace momentanea, tre possibili risposte, scelte di attenzioni di tre artiste aggiunte di esperienza di lotta sul territorio, perché c’è sempre qualcuno che spara, forse metaforicamente, forse solamente di notte, fare arte nel paese dei balocchi, mentre fuori si muore, salva l’eterno vivente.
Nel dipinto Bimba, realizzato in occasione della mostra, Lara Ilaria Braconi(Milano, 1992) ci invita a vestire i panni del nostro bimbo interiore. Lasciandoci guidare dal gioco della superficie pittorica, vediamo segni, colori, tagli e contorni che alternano sensazioni di appagamento e spaesamento. La domanda risuona, recuperandoci dal tempo della nostra infanzia, riportando in vita quel bambino che siamo stati: “Chi sei tu, bimba, che metti assieme i pezzi del mondo nel puzzle della vertigine? Guarda, ti accompagna un gabbiano”.
Il punto di arrivo ideale, per andare dove non si è mai stati, è negli gli arazzi di Elena El Asmar (Firenze, 1978) dove si incontrano immaginazione, pazienza e orizzonti sovrapposti. In Reverie si ritrova la dimensione mentale dei luoghie le geometrie umane, con la loro realtà tangibile, le radici dell’artista, tra Italia e Libano. Le sue opere prendono forma da un gesto ripetuto e continuo, quello della tessitura, che racchiude la memoria di una pratica storicamente tutta al femminile, ma il disegno era opera degli uomini. Ribaltando completamente la visione, nelle trame di questi arazzi si insinua il lavoro del telaio meccanico e il disegno di oggetti, paesaggi, finestre, geometrie, è realizzato da Elena El Asmar.
Concetta Modica (Modica, 1969) è interessata alle forme epiche nel contemporaneo, scompone la materia attraverso i media più diversi e trova nella ceramica un mezzo per raggiungere risultati emblematici. Per la sua installazione a D3082, che racchiude un ideale da filo conduttore del viaggio tra i lavori delle artiste, Concetta Modica ha fissato II viaggio di un sepalo per diventare stella. Ritratto di una notte: Venezia 11 luglio 1860 creando dei sepali di bronzo -eletti ad astri per l’occasione– riproducendo la posizione delle stelle, la notte in cui furono collocate a Venezia le reliquie di Santa Lucia, martire di Siracusa.
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Palazzo Ducale di Gubbio
a cura di Isabella Puliafito
“VISIBILIA, come rendere visibile l’invisibile”
Palazzo Ducale di Gubbio dal 5 Marzo al 22 Maggio 2022
Conferenza stampa: Sabato 5 Marzo, ore 11,00 - Sala degli Stemmi, Palazzo Pretorio, Gubbio. Inaugurazione: Sabato 5 Marzo, ore 12,00 - Palazzo Ducale, Gubbio.
Tavola rotonda: Sabato 5 Marzo ore 15,30 - Sala degli Stemmi, Palazzo Pretorio, Gubbio.
Con Paola Mercurelli Salari Direttrice di Palazzo Ducale, Bruno Corà Presidente della fondazione Burri, Città di Castello, Marco Tonelli Direttore della collezione Carandente Palazzo Collicola, Spoleto, Bianca Basile, curatrice indipendente, Campo, Torino, modera Isabella Puliafito.
Effetto Gubbio: “VISIBILIA, come rendere visibile l’invisibile”
una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta quasi sospesa del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni settanta ad oggi che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità. Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà. Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna. Questa coralità tende a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale. Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ vivranno solo il tempo della mostra.
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Dydimos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco,
Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner,
Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
Catalogo edito da Fotolibri Gubbio - Testi di Isabella Puliafito - Presentazione di Paola Mercurelli Salari. Palazzo Ducale Via Sant’Ubaldo, 1 - 06024 Gubbio - Tel. 075-9275872
Email: [email protected]
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a cura di Isabella Puliafito
“VISIBILIA, come rendere visibile l’invisibile”
Palazzo Ducale di Gubbio dal 5 Marzo al 22 Maggio 2022
Conferenza stampa: Sabato 5 Marzo, ore 11,00 - Sala degli Stemmi, Palazzo Pretorio, Gubbio. Inaugurazione: Sabato 5 Marzo, ore 12,00 - Palazzo Ducale, Gubbio.
Tavola rotonda: Sabato 5 Marzo ore 15,30 - Sala degli Stemmi, Palazzo Pretorio, Gubbio.
Con Paola Mercurelli Salari Direttrice di Palazzo Ducale, Bruno Corà Presidente della fondazione Burri, Città di Castello, Marco Tonelli Direttore della collezione Carandente Palazzo Collicola, Spoleto, Bianca Basile, curatrice indipendente, Campo, Torino, modera Isabella Puliafito.
Effetto Gubbio: “VISIBILIA, come rendere visibile l’invisibile”
una grande mostra che si inserisce nella programmazione annuale di Palazzo Ducale, nella quale si alternano l’attenzione per l’arte rinascimentale a focus sul contemporaneo, per rispondere ai molteplici interessi di un pubblico qualificato.
L’atmosfera rarefatta quasi sospesa del tempo a Gubbio è stata il principio scatenante di questo progetto che riunisce 36 artisti di tre generazioni, dagli anni settanta ad oggi che operano intorno ai temi della conoscenza, della riflessione sul senso della vita e del tempo, del suo passare, della fragilità, dell’evanescenza e della caducità. Osservando attentamente i loro lavori si può trovare qualcosa di magico che li percorre e che rimanda, se pur nelle loro differenze, ad una atmosfera sospesa, in un rapporto più spirituale con la materia e la realtà. Con questa mostra si intende dare un’immagine chiara di questa tendenza non ancora tematizzata, ma che è ampiamente dimostrata dalla presenza di tre generazioni che operano con un simile sguardo alla realtà in uno spirito che li accomuna. Questa coralità tende a superare una sorta di frammentarietà che percorre da diversi anni l’arte contemporanea e vede prevalere l’apparenza sulla ricerca, l’economia sul valore reale. Come nel pensiero filosofico orientale e secondo il principio di impermanenza alla base della costruzione dei mandala, alcuni lavori ‘site specific’ vivranno solo il tempo della mostra.
Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Elisabetta Di Maggio, Sophie Ko, Massimo Uberti, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Pinuccia Bernardoni, Valentina Colella, Elisabetta Novello, Francesca Romana Pinzari, Marco Andrea Magni, Elena El Asmar, Agostino Osio, Barbara Amadori, Jaya Cozzani, Maya Pacifico, Daniela Capaccioli, Luisa Elia, Alberta Pellacani, Nina Carini, Concetta Modica, Salvatore Falci, Isabella Puliafito, Dydimos, Arianna Giorgi, Vivianne van Singer, Jo Egon, Davide De Francesco,
Nello Teodori, Silvana Camoni, Chiara Gambirasio e Samuel Rosi, Susanna Baumgartner,
Elio Marchesini, Livia Mazzanti, Francesco Voltolina.
Catalogo edito da Fotolibri Gubbio - Testi di Isabella Puliafito - Presentazione di Paola Mercurelli Salari. Palazzo Ducale Via Sant’Ubaldo, 1 - 06024 Gubbio - Tel. 075-9275872
Email: [email protected]
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Lorenza Boisi, Gloria Capoani, Annalisa Cattani, Roberta Colombo, Ermanno Cristini, Carlo Dell’Acqua, Elena El Asmar, Serena Fineschi, Paola Gaggiotti, Stefania Galegati, Francesco Lauretta, Donata Lazzarini, Miltos Manetas, Valeria Manzi, Concetta Modica, Margherita Morgantin, Giancarlo Norese, Chiara Pergola, Pamela Rotondi
apertura mostra 17 dicembre 2021 h.
Studio Legale JP Piccinino – Bertolazzi, via Fontana 22, Milano
Mercato nero è un progetto collaborativo che intende riflettere, attraverso azioni concrete, sulle dinamiche che regolano alcuni aspetti del mercato dell’arte.
Alle artiste e artisti invitati è stato chiesto di sottrarre alcune opere al mercato tradizionale e di metterle in vendita, con prezzi bloccati nel tempo, con uno speciale contratto che viene stipulato all’atto dell’acquisto.
I prezzi sono inoltre volutamente accessibili alla maggior parte delle persone e non stravolti da politiche di investimento. Il valore dell’opera potrà così definirsi inestimabile perché determinato principalmente dalla relazione che si instaurerà fra l’opera e il suo acquirente e potrà dunque crescere solo dal punto di vista affettivo. L’acquisto in questo modo non potrà essere influenzato da alcuna azione di tipo speculativo.
Le opere sono state selezionate con estrema cura sia per i contenuti che per la ricerca e sono state scelte anche a partire dal criterio dei bassi costi di produzione.
Mercato nero si propone di costruire e creare eventi al di fuori dei circuiti classici per cercare territori d’incontro con il pubblico e formare un nuovo collezionismo democratico, sostenibile e accessibile.
Mercato nero è un progetto artistico, commerciale e partecipativo di Paola Gaggiotti che, stanca di desiderare cambiamenti per il futuro, inizia a dialogare con i desideri del presente provando a disegnare un mondo nuovo attraverso azioni concrete esercitate con i linguaggi e i metodi dell’arte.
apertura mostra 17 dicembre 2021 h.
Studio Legale JP Piccinino – Bertolazzi, via Fontana 22, Milano
Mercato nero è un progetto collaborativo che intende riflettere, attraverso azioni concrete, sulle dinamiche che regolano alcuni aspetti del mercato dell’arte.
Alle artiste e artisti invitati è stato chiesto di sottrarre alcune opere al mercato tradizionale e di metterle in vendita, con prezzi bloccati nel tempo, con uno speciale contratto che viene stipulato all’atto dell’acquisto.
I prezzi sono inoltre volutamente accessibili alla maggior parte delle persone e non stravolti da politiche di investimento. Il valore dell’opera potrà così definirsi inestimabile perché determinato principalmente dalla relazione che si instaurerà fra l’opera e il suo acquirente e potrà dunque crescere solo dal punto di vista affettivo. L’acquisto in questo modo non potrà essere influenzato da alcuna azione di tipo speculativo.
Le opere sono state selezionate con estrema cura sia per i contenuti che per la ricerca e sono state scelte anche a partire dal criterio dei bassi costi di produzione.
Mercato nero si propone di costruire e creare eventi al di fuori dei circuiti classici per cercare territori d’incontro con il pubblico e formare un nuovo collezionismo democratico, sostenibile e accessibile.
Mercato nero è un progetto artistico, commerciale e partecipativo di Paola Gaggiotti che, stanca di desiderare cambiamenti per il futuro, inizia a dialogare con i desideri del presente provando a disegnare un mondo nuovo attraverso azioni concrete esercitate con i linguaggi e i metodi dell’arte.
Il Museo Civico è lieto di invitarvi all’apertura della mostra Fatti curare! di Paola Gaggiotti, che ospiterà anche opere delle artiste Gloria Capoani, Donata Lazzarini, Rebecca Mari, Concetta Modica, Chiara Pergola, Gaia Michela Russo, dell’artista Luca Farinelli, e l’intervento appositamente concepito dall’artista Stefania Galegati in alcuni luoghi pubblici di Castelbuono.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Aurora Prestianni Presidente del Centro antiviolenza Co.Tu.Le.Vi, con Francesca Pasini, e con il sostegno del Seminario di Castelbuono, composto da Stefania Cordone, Luciana Cusimano, Michela Mazzola, Giusi Palumbo, Cinzia Pitingaro, Lia Romè - che sono intervenute durante gli incontri realizzati dal Museo da ottobre 2020 a marzo 2021. Nel corso degli incontri sono state prodotte tre opere video, foto, disegni, rubriche, che hanno progressivamente trasformato l’esortazione del titoloFatti curare! in azioni che rivendicano il diritto di ogni donna a prendersi cura di sé.
Durante il giorno dell’apertura il gruppo del Seminario di Castelbuono leggerà dei testi e alcuni contributi che il pubblico presente potrà ascoltare secondo programma.La mostra allestita nell’ambiente del Quarto Don Cesare, dentro il Castello dei Ventimiglia, si configura come un’opera corale che riunisce le opere prodotte dalle artiste coinvolte. Nell’esperienza della partecipazione risiede l’impegno a consolidare la relazione tra le persone e le istituzioni all’interno di una comunità. Nel praticare l’idea della sostenibilità etica in maniera concreta, tutti i materiali tecnologici e gli elementi utilizzati per l’allestimento della mostra sono stati recuperati a Castelbuono, grazie al supporto della cittadinanza.
Così scrive Paola Gaggiotti: “Ogni volta che mi sono ritrovata a raccontare delle molestie morali che ho subito nella vita ho dovuto rispondere alla domanda: - Ma tu cosa hai fatto per provocarle? - NIENTE, sono una vittima! Le vittime di violenza sottile spesso cadono nel silenzio perché private delle energie necessarie per rispondere a una lunga serie di velate accuse di responsabilità. L’arte non è da considerarsi una valvola di sfogo per le donne che subiscono violenza morale ma una forma di empowerment, per un controllo consapevole della propria vita.Fatti curare! riassume la duplice attitudine degli uomini e delle donne verso i loro simili: la cura e l’ostilità, dato che questo genere di violenza si consuma negli ambienti che più ci dovrebbero far sentire protette come la casa e il posto di lavoro.
In occasione della mostra è stato prodotto un catalogo realizzato a mano su carta riciclata dall’artista Paola Gaggiotti in un numero limitato di copie, acquistabile presso il Museo Civico di Castelbuono.
Il Museo Civico desidera ringraziare alcune delle più vivaci realtà associative di Castelbuono, l’Associazione Amici del Museo, l’Accademia dei Curiosi, l’Associazione Sant’Anna, l’Associazione Manualmente, il Centro Polis, La Biblioteca “Antonio Castelli”, l’Associazione Ceres, lo sportello antiviolenza Co.tu.Le.Vi, e Arianna Campo (tirocinante, Università degli Studi Cà Foscari, Venezia)
Un ringraziamento particolare al Seminario di Castelbuono che ospiterà le artiste in occasione dell’apertura della mostra e l’azienda agricola Vanessa Cardui www.vanessacardui.it per avere invitato Paola Gaggiotti nell’ambito del suo progetto di residenze d’artista.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Aurora Prestianni Presidente del Centro antiviolenza Co.Tu.Le.Vi, con Francesca Pasini, e con il sostegno del Seminario di Castelbuono, composto da Stefania Cordone, Luciana Cusimano, Michela Mazzola, Giusi Palumbo, Cinzia Pitingaro, Lia Romè - che sono intervenute durante gli incontri realizzati dal Museo da ottobre 2020 a marzo 2021. Nel corso degli incontri sono state prodotte tre opere video, foto, disegni, rubriche, che hanno progressivamente trasformato l’esortazione del titoloFatti curare! in azioni che rivendicano il diritto di ogni donna a prendersi cura di sé.
Durante il giorno dell’apertura il gruppo del Seminario di Castelbuono leggerà dei testi e alcuni contributi che il pubblico presente potrà ascoltare secondo programma.La mostra allestita nell’ambiente del Quarto Don Cesare, dentro il Castello dei Ventimiglia, si configura come un’opera corale che riunisce le opere prodotte dalle artiste coinvolte. Nell’esperienza della partecipazione risiede l’impegno a consolidare la relazione tra le persone e le istituzioni all’interno di una comunità. Nel praticare l’idea della sostenibilità etica in maniera concreta, tutti i materiali tecnologici e gli elementi utilizzati per l’allestimento della mostra sono stati recuperati a Castelbuono, grazie al supporto della cittadinanza.
Così scrive Paola Gaggiotti: “Ogni volta che mi sono ritrovata a raccontare delle molestie morali che ho subito nella vita ho dovuto rispondere alla domanda: - Ma tu cosa hai fatto per provocarle? - NIENTE, sono una vittima! Le vittime di violenza sottile spesso cadono nel silenzio perché private delle energie necessarie per rispondere a una lunga serie di velate accuse di responsabilità. L’arte non è da considerarsi una valvola di sfogo per le donne che subiscono violenza morale ma una forma di empowerment, per un controllo consapevole della propria vita.Fatti curare! riassume la duplice attitudine degli uomini e delle donne verso i loro simili: la cura e l’ostilità, dato che questo genere di violenza si consuma negli ambienti che più ci dovrebbero far sentire protette come la casa e il posto di lavoro.
In occasione della mostra è stato prodotto un catalogo realizzato a mano su carta riciclata dall’artista Paola Gaggiotti in un numero limitato di copie, acquistabile presso il Museo Civico di Castelbuono.
Il Museo Civico desidera ringraziare alcune delle più vivaci realtà associative di Castelbuono, l’Associazione Amici del Museo, l’Accademia dei Curiosi, l’Associazione Sant’Anna, l’Associazione Manualmente, il Centro Polis, La Biblioteca “Antonio Castelli”, l’Associazione Ceres, lo sportello antiviolenza Co.tu.Le.Vi, e Arianna Campo (tirocinante, Università degli Studi Cà Foscari, Venezia)
Un ringraziamento particolare al Seminario di Castelbuono che ospiterà le artiste in occasione dell’apertura della mostra e l’azienda agricola Vanessa Cardui www.vanessacardui.it per avere invitato Paola Gaggiotti nell’ambito del suo progetto di residenze d’artista.
threesome #3 Fuoco è prorogata fino al 12 giugno 2021
Threesome è un progetto trasversale di commistione tra linguaggi che coinvolge artiste e artisti visivi legati alla galleria Francesco Pantaleone ponendoli in dialogo con artiste e artisti esterni e, insieme, con autrici ed autori letterari.
L'obiettivo è quello di proporre una prospettiva dinamica della fruizione dell’arte, in una logica che vede spazi, opere e artisti come soggetti attivi, dilatando i confini concettuali della narrazione e riposizionando lo sguardo anche su dettagli o particolari nuovi e non immediati. Rimescolamento delle carte in cui nulla è ovvio e tutto è possibile.
Threesome dunque, attingendo a questa forza del dialogo, pone linguaggi differenti e differenti sguardi sul confine della conoscenza, della curiosità, colloquio che va oltre e non si arresta, che esplora sempre strade nuove, gli fa eco la parola che lenisce e conduce il pensiero sul sentiero della riflessione.
Proseguendo la riflessione sulla complessità e molteplicità delle relazioni, sovviene l’immagine di Laocoonte, potente sintesi di tensione ed emozione, dove l’uomo e padre, instabile e possente insieme, lotta per i propri figli, oramai avvolti dalle spire del serpente, triplice destino dove c’è tutto il dramma dell’amore, dell’impotenza ma anche il tentativo di non arrendersi e il coraggio di resistere.
Allo stesso modo fa l’arte, che travalica l’immanente e il trascendente, mettendo in circolo le energie della conoscenza, che nutre gli occhi e l’anima, induce ad avere prospettive più ampie dei propri limiti, più forti delle paure e del dolore.
Nell’attuale esposizione Threesome #3 la natura morta di Concetta Modica fragile e imperfetta, allo stesso tempo così presente nel suo testimoniare lo stato d’animo della collettività provata dalle circostanze della vita, vanitas contemporanea che non guarda all’immortale bensì all’ordinario, alla consapevolezza di essere polvere dell’universo, privilegio dolente e potente. Allo stesso modo, facendosi scudo della sua libertà, l’artista immagina una vita dell’oggetto come traccia di un passaggio, una sorta di resistenza materiale che è indipendente dalla sua stessa natura.
Accanto, lo scatto intimo e onirico di Clegg & Guttmann che condensa nella luce appena accennata una miriade di dettagli del quotidiano, di vite che passano, vivono forse sopravvivono.
Infine il brano tratto dal Re pallido di Forster Wallace che nel suo essere incompiuto e postumo rappresenta l’incertezza dell’umanità in cerca della luce, in cerca della verità, auto confessione tragica della lotta contro la noia, il male di vivere, consapevole della fragilità e incapacità di dover essere, per forza, degli eroi.
Agata Polizzi
L'obiettivo è quello di proporre una prospettiva dinamica della fruizione dell’arte, in una logica che vede spazi, opere e artisti come soggetti attivi, dilatando i confini concettuali della narrazione e riposizionando lo sguardo anche su dettagli o particolari nuovi e non immediati. Rimescolamento delle carte in cui nulla è ovvio e tutto è possibile.
Threesome dunque, attingendo a questa forza del dialogo, pone linguaggi differenti e differenti sguardi sul confine della conoscenza, della curiosità, colloquio che va oltre e non si arresta, che esplora sempre strade nuove, gli fa eco la parola che lenisce e conduce il pensiero sul sentiero della riflessione.
Proseguendo la riflessione sulla complessità e molteplicità delle relazioni, sovviene l’immagine di Laocoonte, potente sintesi di tensione ed emozione, dove l’uomo e padre, instabile e possente insieme, lotta per i propri figli, oramai avvolti dalle spire del serpente, triplice destino dove c’è tutto il dramma dell’amore, dell’impotenza ma anche il tentativo di non arrendersi e il coraggio di resistere.
Allo stesso modo fa l’arte, che travalica l’immanente e il trascendente, mettendo in circolo le energie della conoscenza, che nutre gli occhi e l’anima, induce ad avere prospettive più ampie dei propri limiti, più forti delle paure e del dolore.
Nell’attuale esposizione Threesome #3 la natura morta di Concetta Modica fragile e imperfetta, allo stesso tempo così presente nel suo testimoniare lo stato d’animo della collettività provata dalle circostanze della vita, vanitas contemporanea che non guarda all’immortale bensì all’ordinario, alla consapevolezza di essere polvere dell’universo, privilegio dolente e potente. Allo stesso modo, facendosi scudo della sua libertà, l’artista immagina una vita dell’oggetto come traccia di un passaggio, una sorta di resistenza materiale che è indipendente dalla sua stessa natura.
Accanto, lo scatto intimo e onirico di Clegg & Guttmann che condensa nella luce appena accennata una miriade di dettagli del quotidiano, di vite che passano, vivono forse sopravvivono.
Infine il brano tratto dal Re pallido di Forster Wallace che nel suo essere incompiuto e postumo rappresenta l’incertezza dell’umanità in cerca della luce, in cerca della verità, auto confessione tragica della lotta contro la noia, il male di vivere, consapevole della fragilità e incapacità di dover essere, per forza, degli eroi.
Agata Polizzi
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Gina X è lieta di invitarti alla mostra-performance: Casa delle artiste, degli artisti: regalami una parola
Nella settimana 8-13 settembre 2020, in occasione dell’Art Week, la Casa degli Artisti di Milano, prende il nome di: Casa delle Artiste, degli artisti Ad opera di Gina X
(Anusc Castiglioni, Annalisa Cattani, Paola Gaggiotti, Stefania Galegati, Chiara Longo, Valeria Manzi, Concetta Modica, Francesca Pasini, Chiara Pergola, Ginevra Quadrio Curzio, Susanna Ravelli, Giulia Restifo, Gabi Scardi, Daniela Simoncini, Uliana Zanetti).
Gina X è un gruppo inclusivo di artiste, curatrici, critiche che s’interroga sull’urgenza del rapporto in presenza.
Si è formato nel settembre 2019 dopo l’invito a passare due giorni, al centro di resistenza culturale in memoria Novella Guerra a Imola, semplicemente per parlare e dormici su una notte,
Un paradossale riprendersi del tempo da perdere, strappandolo al dovere, all'efficientismo, al conveniente, alla logica, in cui viviamo e che non condividiamo.
Il primo intervento si è appuntato sul nome stesso del luogo destinato ad ospitarlo; che dopo essere stato Casa dei Pittori e in seguito Casa degli Artisti, si arricchisce e diventa, per una settimana, Casa delle Artiste, degli Artisti. Con questa ridefinizione Gina X dà un segno, felice e costruttivo, della propria presenza, inserendosi nello stesso tempo in modo propositivo nelle dinamiche cittadine; si esprime inoltre implicitamente sui cambiamenti avvenuti e su quelli ancora necessari rispetto alle tematiche di genere.
Un arazzo con la nuova denominazione, appositamente realizzato, segnalerà l’ingresso della “Casa delle Artiste, degli Artisti”, mentre nella navata del pianoterra sarà esposta l’opera Regalami una parola, che è il risultato della richiesta a oltre trecento donne e uomini di inviare una parola, per costruire un luogo, invece che con i mattoni, con le parole,
Ripensando ai cartigli che affiorano nei dipinti antichi, si sono realizzati 5 nastri di carta millimetrata lunghi oltre 10 mt, sui quali sono state dipinte a mano, con un normografo, le parole ricevute. La carta millimetrata allude al progetto di un’architettura, ma per una coincidenza significativa ricorda alcuni disegni di Luciano Fabro, per decenni prestigioso abitante della Casa degli Artisti. Attorno alla mostra si svilupperanno altri interventi, prima di tutto l’attrice Elsa Bossi leggerà le parole trascritte in ordine di arrivo in modo da evocare il tempo di una relazione.
Nell’ambito del progetto Casa delle Artiste, degli Artisti Gina X ha anche invitato le artiste, Laura Malacart e Concetta Modica a presentare una performance in cui troveranno espressione temi di forte risonanza attuale: alla radice delle azioni ci saranno, rispettivamente, il rapporto tra linguaggio e storia sociale, e l’inscindibilità tra sguardo e parola nella poesia e nell’arte.
Casa delle Artiste, degli Artisti comprende infine un laboratorio per bambine, bambini e adulte, condotto da Paola Gaggiotti e Anusc Castiglioni.
Programma Casa delle Artiste, degli Artisti
Del gruppo Gina X
8 settembre ore 17:00 - 22:00 opening e lettura a cura di Elsa Bossi
9 settembre ore 18-20: performance Concetta Modica Tessere sguardi
10 settembre ore 18-20: performance Laura Malacart Dancing the answers: citizenship, re-thinking histories, art practice as resistance
11 settembre ore 18-20: performance Concetta Modica Tessere sguardi
12 settembre ore 14:30 - 16:00 e 17:00 - 18:30: 2 laboratori per bambine, bambini e adulte condotti da Paola Gaggiotti
Vetrine di Libertà - La Libreria delle donne di Milano, ieri, oggi
Windows of Freedom - the Women’s Bookshop of Milan, yesterday, today
Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4, Milano, 1 aprile – 6 giugno 2019
a cura di Francesca Pasini
Catalogo Nottetempo, cm 27 x 27, euro 28
a cura di Francesca Pasini & Chitra Piloni
Opening 1 aprile ore 18.30
Carla Accardi, Paola Anziché, Marina Ballo Charmet, Mirella Bentivoglio, Valentina Berardinone, Tomaso Binga, Enrica Borghi, Alessandra Caccia, Chiara Camoni, Nilde Carabba, Alice Cattaneo, Vittoria Chierici, Gabriella Ciancimino, Dadamaino, Marta Dell’Angelo, Amalia Del Ponte, Paola Di Bello, Elisabetta Di Maggio, Elena El Asmar, Bruna Esposito, Stefania Galegati, Goldschmied e Chiari, Sophie Ko, Christiane Löhr, Loredana Longo, Claudia Losi e Sabrina Mezzaqui, Paola Mattioli, Marzia Migliora, Concetta Modica, Maria Morganti, Margherita Morgantin, Ina Otzko, Maria Papadimitriou, Angela Passarello, Annie Ratti, Caterina Saban, Elisa Sighicelli, Eugenia Vanni, Grazia Varisco, Nanda Vigo, Tori Wrånes.
“L’arte non è universale perché supera la differenza tra uomini e donne, ma perché la rappresenta attraverso l’ineliminabile movimento tra chi crea e chi guarda”, scrive Francesca Pasini in catalogo. Le opere delle 30 artiste esposte dal 2015 in una delle vetrine della Libreria, nel programma “Quarta Vetrina”, insieme a quelle donate nel 1975, da un lato, restituiscono la storia che è parte integrante della mostra con una serie di incontri culturali e politici. Dall’altro, intrecciandosi con la pratica della Libreria, mostrano che la libertà delle donne è venuta al mondo. È in atto un cambio di civiltà di cui l’arte, a partire dalla preistoria, è figura reale, simbolica, metaforica.
Vandana Shiva, già ospite in Libreria durante Expo, torna appositamente per quest’occasione con una conferenza dedicata “all’ecofemminismo, una delle risposte chiave alla crisi ecologica e al caos climatico”. È presidente di Navdanya International - Onlus, che promuove un nuovo paradigma agricolo ed economico, una cultura del “cibo come salute”, in cui prevalgono la responsabilità ecologica e la giustizia economica.
La Libreria delle donne di Milano è nata nel 1975 con il sostegno economico di Carla Accardi, Valentina Berardinone, Nilde Carabba, Dadamaino, Lucia Pescador, che hanno donato le loro opere. In mostra ci sono quelle di Accardi e Berardinone, prestate da collezionisti che le avevano acquistate allora.A libreria aperta, con Lea Vergine, è stata ideata una cartella di grafiche di Carla Accardi, Mirella Bentivoglio, Valentina Berardinone, Nilde Carabba, Tomaso Binga, Dadamaino, Amalia Del Ponte, Grazia Varisco, Nanda Vigo. La cartella accompagnata dai testi di Lea Vergine e delle artiste è presente in mostra e in catalogo. Ieri e oggi la politica, l’arte, la filosofia, la letteratura continuano ad essere al centro dell’attività della Libreria.
La mostra alla Fabbrica del Vapore è un momento della travolgente apparizione di donne artiste in tutto il mondo. Quest’apparizione ha fatto nascere un più forte desiderio di vedere e conoscere le artiste della fine degli anni ’60, le cui opere, soprattutto negli Usa, hanno preceduto e accompagnato in tutto il mondo la presa di parola delle donne, che chiamiamo femminismo. E contemporaneamente “fa vedere nell’opera un soggetto messo al mondo da donne o uomini e non più da un artista neutro” (Pasini). Alla Fabbrica del Vapore, un book shop, gemello di quello di via Pietro Calvi 29, offrirà una selezione di titoli di ieri e oggi della Libreria.
Ingresso libero
Programma degli incontri
Orario 18,30-21
Lunedì 08 aprile
Ricerca ed esperienza pubblica delle donne
Adriana Albini, scienziata
Chiara Bisconti, manager e assessora
Sandra Bonfiglioli, docente universitaria
Anna Catasta, politica e progettista europea
Chiara Zamboni, filosofa
Artiste: Enrica Borghi, Paola Di Bello, Claudia Losi, Eugenia Vanni
Lunedì 15 aprile 2019
Me too, analisi di una svolta epocale
Lia Cigarini, Libreria delle donne di Milano
Marisa Guarneri, Casa delle donne maltrattate di Milano
Luisa Muraro, Libreria delle donne di Milano
Artiste: Elisabetta Di Maggio, Loredana Longo, Stefania Galegati, Marina Ballo Charmet
Giovedì 02 maggio 2019
Evento speciale con Vandana Shiva, presidente di Navdanya International - Onlus
Sabato/Domenica 18/19 maggio
Cambio di Civiltà. Arte, lavoro, politica delle donne (madri comprese)
La civiltà è in mano alle donne - Milano
Lunedì 27 maggio
SIRKLING, video-Performance di Tori Wrånes
Opere d’arte, opere di critica
Filippo Del Corno, assessore alla Cultura di Milano
Emanuela De Cecco, critica e docente
Manuela Gandini, critica e docente
Francesca Pasini, critica e curatrice
Uliana Zanetti, curatrice MAMbo
Artiste: Marta Dell’Angelo, Concetta Modica, Margherita Morgantin, Elena El Asmar
Lunedì 3 giugno 2019 Finissage
I linguaggi delle donne
Anna Scavuzzo, vicesindaca di Milano
Maria Attanasio, poeta, scrittrice
Donatella Di Pietrantonio, scrittrice
Nadia Fusini, critica letteraria
Rosaria Guacci, Mirella Maifreda, Libreria delle donne di Milano
Artiste: Bruna Esposito, Maria Morganti, Sabrina Mezzaqui, Annie Ratti
Visite guidate durante tutto il periodo della Mostra.
GRAN TOUR EN ITALIE OPENING
domenica 27 gennaio, ore 11:00 ASSAB ONE, Milano
Un evento collaterale di Manifesta 12
a cura di Michela Eremita e Susanna Ravelli
Artisti:
Maura Banfo, Elena El Asmar, Stefano Graziani, Michele Guido, Sophie KoFrancesco Lauretta
Valeria Manzi, Concetta Modica Pierluigi Pusole dal 27 gennaio al 22 febbraio 2019
Una collaborazione con Associazione Grand Tour en Italie | Wandering Art | Residency Programme
Lettura per voci e silenzio
a cura di Elena Volpato
Palazzo Cisterna, Torino
3 – 5 novembre 2017
L’esposizione è dedicata alla liturgia del leggere, inteso come spazio interiore e, insieme, come luogo pubblico, come atto di condivisione. Evoca la duplice nascita, sonora e visiva, della pagina scritta: la lettura dell’antichità, per lo più intesa come condivisione sociale del testo, condotta a voce alta di fronte a un uditorio e quella più tarda, raccontata vividamente nel famoso passo delle Confessioni di Sant’Agostino, in cui si narra lo stupore con cui l’autore aveva osservato più volte Sant’Ambrogio immerso in una dimensione tutta interiore, fatta di studio silenzioso, a labbra serrate: “i suoi occhi esploravano la pagina e il suo cuore coglieva il significato”.
Alcune opere, sparse tra i tavoli degli editori in fiera, faranno sentire la voce di artisti e performers mentre leggono testi di varia natura di fronte alla telecamera. Sono i video di John Baldessari, Three Feathers and Other Fairy Tales, quello di Martha Rosler, Martha Rosler Reads “Vogue”, un’opera di Karl Holmqvist, I’m with you in Rockland e quella corale di Concetta Modica, In pasto al presente #3.
In un diverso ambiente, appartato, fatto della successione di piccole salette, una trentina di opere abiteranno un’isola di quiete dove lo spazio della pagina e le innumerevoli forme del libro immaginate dagli artisti potranno dischiudere il loro silenzio. Qui lo sguardo dei visitatori potrà affondare nell’infinito percettivo del Romanzo blu di Irma Blank, potrà sostare davanti al blocchetto di gesso bianco, muto e denso, su cui Paolo Icaro ha inciso la parola Racconto, considerare il sommarsi all’infinito di pagine e volumi ideali sulle tele di Giulio Paolini, potrà leggere tra le parole il bianco trasparente su cui Sabrina Mezzaqui ha riscritto La Pagina bianca di Karen Blixen, potrà contemplare nel volume Universum di Maurizio Nannucci, il richiudersi dell’ellittica fatta di due legature, una contrapposta all’altra che trasformano un volume in un libro chiuso, in un microcosmo ermetico, immagine di un libro-mondo e di un mondo che nei millenni torna in diversi cicli a mostrarsi all’uomo come un libro silente che attende chi sappia leggerlo.
La mostra si conclude con alcune delle ricerche più recenti condotte attorno alla forma libro da artisti come Francesco Arena, Maria Morganti, Luca Bertolo e Alessandra Spranzi.
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Artisti in mostra: Giovanni Anselmo, Francesco Arena, John Baldessari, Massimo Bartolini, Luca Bertolo, Irma Blank, Alejandro Cesarco, Marco Gastini, Karl Holmqvist, Paolo Icaro, Emilio Isgrò, James Lee Byars, Piero Manzoni, Amedeo Martegani, Eliseo Mattiacci, Sabrina Mezzaqui, Concetta Modica, Maria Morganti, Maurizio Nannucci, Giulio Paolini, Francesco Pedraglio, Martha Rosler, Ettore Spalletti, Alessandra Spranzi, Franco Vaccari, Grazia Varisco, William Xerra.
THE RESIDENTS
14-18 marzo 2017
Focus: Sabato 18 Marzo 2017 ore 18-24
Fondazione Arthur Cravan, Via Aleardi 11, Milano
THE RESIDENTS: Pamela Breda, Concetta Modica, Athena Corcoran-Tadd e Viola Yip.
The Residents festeggia sabato 18 Marzo la fine di un ciclo di Residenze presso la sede delle Fondazione Arthur Cravan. I segni lasciati dagli artisti che vi hanno soggiornato dal luglio 2015 al gennaio 2017 saranno visibili in occasioni di Studi Festival.
Durante ‘The Residents’ - da Martedì 14 a Sabato 18 Marzo ore 14.00-17.00 - sarà anche possibile visionare parte di Les Sublime Archive: saranno consultabili fisicamente i quaderni di appunti donati all’archivio e alcune delle ultime acquisizioni ancora in via di digitalizzazione.
A partire da Giugno 2017 la Fondazione Arhur Cravan in collaborazione con Cose Cosmiche inaugura nuovo ciclo di residenze e lancia il nuovo bando di partecipazione che sarà reso pubblico la sera di Sabato 18 Marzo 2017.
Petit Salon
a cura di Fabio Carnaghi
Paola Anziché, Lorenza Boisi, Mattia Bosco, Arianna Carossa, Giovanni De Francesco, Cleo Fariselli, Francesca Ferreri, Yari Miele, Concetta Modica, Alberto Mugnaini, Cristiana Palandri, Silvia Vendramel, Devis Venturelli, Lucia Veronesi
Opening mercoledì 22 marzo 2017, h 18.30
22 marzo – 2 aprile 2017
visite su appuntamento
MARS presenta “Petit Salon”, una mostra collettiva a cura di Fabio Carnaghi. Le opere in mostra si riferiscono ad una attitudine specifica della pratica artistica contemporanea nell’indagare il mondo degli oggetti, nel rigenerare processi e manifatture, nel mutuare suggestioni dall’interior design.
Da un appartamento milanese progettato da Piero Portaluppi, arredi originali costruiscono il paesaggio di un interno, una connessione tra il mondo degli oggetti e l’interiorità di un ipotetico quanto eclettico abitante. Tra riletture di stilemi e l’inquieta parvenza di objects d’art, le opere di quattordici artisti emulano la posa di una collezione privata.
Il progetto vuole rimettere in discussione e rigenerare il concetto di ornamento, mettendo in evidenza il labile confine tra arti decorative ed arte contemporanea, oltre lo stereotipo che le considera antitetiche e incompatibili.
radioarte.it mediapartner di Noiseinfilandia 016 è lieta di presentare la giornata internazionale di ascolto noiseinfilandia 016
nel corso della quale saranno trasmesse le sound performance di NOISEINFILANDIA.
La qualità del registrato è proposta in radioarte secondo la tecnica della presa diretta al fine di rendere partecipe l'ascoltatore dell'atmosfera sonora dell'evento.
Gli autori che si succederanno sono in ordine di apparizione:
-----------------------
radioarte.it, mediapartner of Noiseinfilandia 016 is pleased to present the international day of listening noiseinfilandia 016 during which it will be broadcast the sound performance of NOISEINFILANDIA.
The quality of the recorded is proposed in radioarte way in accordance with the technique of live record in order to make the listener participant of the sound atmosphere of the event
Authors who will succeed are in order of appearance:
Trio Carbone
Untitled Noise
Concetta Modica Schiumasound
Trio Carbone
Ramona Monteanu
Alessio de Girolamo Loudness war
Gianluca Codeghini Burn the options
Stefano Giannotti Canzoni Natulali e altre storie
Paolo Parisi+Pantani Surace
Dj Skizo
Agosto Insolito+Marco Neri,
e con Paolo Fabiani Sii bellissimo fra’
--------------------------------------------------------
NOISEINFILANDIA è una piattaforma che dischiude tutte le possibilità del suono, accogliendo ricerche e sperimentazioni audio, innesti interdisciplinari, tracce dalla tradizione musicale nostrana e rumori provenienti da galassie sconosciute.
Denominatore comune per tutto programma è l’esecuzione dal vivo, il rapporto diretto con lo spazio, con il pubblico, con le variabili aperte della dimensione live. L’architettura della filanda e lo spazio naturale che la circonda ospitano ancora una volta la libera creazione degli artisti.
NOISEINFILANDIA is a hub for any kind of sound experience: audio experimentations, crossdisciplinary compositions, traditional musics and the noise coming from some unknown galaxy.
The common factor is the live exhibition. All the scheduled pieces are characterized by the direct relationship with the space, with the audience and with any sort of variable typical of live dimension.
The architecture of the former spinning mill which hosts Madeinfilandia and the surrounding natural environment are once more a privileged and unconventional stage for free artistic creations.
nel corso della quale saranno trasmesse le sound performance di NOISEINFILANDIA.
La qualità del registrato è proposta in radioarte secondo la tecnica della presa diretta al fine di rendere partecipe l'ascoltatore dell'atmosfera sonora dell'evento.
Gli autori che si succederanno sono in ordine di apparizione:
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radioarte.it, mediapartner of Noiseinfilandia 016 is pleased to present the international day of listening noiseinfilandia 016 during which it will be broadcast the sound performance of NOISEINFILANDIA.
The quality of the recorded is proposed in radioarte way in accordance with the technique of live record in order to make the listener participant of the sound atmosphere of the event
Authors who will succeed are in order of appearance:
Trio Carbone
Untitled Noise
Concetta Modica Schiumasound
Trio Carbone
Ramona Monteanu
Alessio de Girolamo Loudness war
Gianluca Codeghini Burn the options
Stefano Giannotti Canzoni Natulali e altre storie
Paolo Parisi+Pantani Surace
Dj Skizo
Agosto Insolito+Marco Neri,
e con Paolo Fabiani Sii bellissimo fra’
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NOISEINFILANDIA è una piattaforma che dischiude tutte le possibilità del suono, accogliendo ricerche e sperimentazioni audio, innesti interdisciplinari, tracce dalla tradizione musicale nostrana e rumori provenienti da galassie sconosciute.
Denominatore comune per tutto programma è l’esecuzione dal vivo, il rapporto diretto con lo spazio, con il pubblico, con le variabili aperte della dimensione live. L’architettura della filanda e lo spazio naturale che la circonda ospitano ancora una volta la libera creazione degli artisti.
NOISEINFILANDIA is a hub for any kind of sound experience: audio experimentations, crossdisciplinary compositions, traditional musics and the noise coming from some unknown galaxy.
The common factor is the live exhibition. All the scheduled pieces are characterized by the direct relationship with the space, with the audience and with any sort of variable typical of live dimension.
The architecture of the former spinning mill which hosts Madeinfilandia and the surrounding natural environment are once more a privileged and unconventional stage for free artistic creations.
George e Riss(e)
OPENING Sabato 19 Marzo ore 18.00
Fondazione Arthur Cravan
Via Aleardi 11, Milano
Dal 15 al 18 marzo ore 14-18
In occasione di Studi Festival#2 dal 15 al19 Marzo la Fondazione Arthur Cravan ospita un’incontro di intenzioni, due progetti contigui- immersivi e in spazi raccolti: Riss(e) e George.
Lo spazio Riss(e), dallo spirito nomade che trova nell’erranza la propria dimensione etica, sarà presente in forma di zaino: al suo interno la mostra in fuga di Sergio Limonta. Il rivoluzionario sa che la fuga è rivoluzionaria, sempre se durante la fuga si raccogliere un’arma, e così Cose Cosmiche e la Fondazione Arthur Cravan, lanciano il primo numero di George, una microfanzine tascabile che raccoglie le armi che ci metteremmo in tasca, tra cui un intervento inedito di Antonio Caronia.
Su George 01 interventi di:
Alterazionivideo, Franco Berardi Bifo, Heath Bunting, Michele Capararo, Giampaolo Capisani, Massimo Cappi, Antonio Caronia, Gianluca Codeghini, Claudio Corfone, Danilo Correale, Ermanno Cristini, Carlo Dell’Acqua, Gianluca D’Incà Levis, Marta Fernandez Calvo, Thomas Feuerstein, Helga Franza, Michele Guido, Silvia Hell, Debora Hirsch, Joykix, Gaetano La Rosa, Domenico Antonio Mancini, Davide Mancini Zanchi, Nicolas Martino, Rebecca Moccia, Concetta Modica, Bruno Muzzolini, the 181 (Brandon Boan, Abby Donovan, Tom Hughes, Jason Rhodes), Eugenio Tibaldi, Dan Perjovski, Todd Portnowitz, Premiata Ditta, Angelo Sarleti, Luca Scarabelli, Enzo Umbaca, Sophie Usunier, Luca Valenziano, Massimilano Viel, Diego Zuelli.
http://www.cosecosmiche.org/
OPENING Sabato 19 Marzo ore 18.00
Fondazione Arthur Cravan
Via Aleardi 11, Milano
Dal 15 al 18 marzo ore 14-18
In occasione di Studi Festival#2 dal 15 al19 Marzo la Fondazione Arthur Cravan ospita un’incontro di intenzioni, due progetti contigui- immersivi e in spazi raccolti: Riss(e) e George.
Lo spazio Riss(e), dallo spirito nomade che trova nell’erranza la propria dimensione etica, sarà presente in forma di zaino: al suo interno la mostra in fuga di Sergio Limonta. Il rivoluzionario sa che la fuga è rivoluzionaria, sempre se durante la fuga si raccogliere un’arma, e così Cose Cosmiche e la Fondazione Arthur Cravan, lanciano il primo numero di George, una microfanzine tascabile che raccoglie le armi che ci metteremmo in tasca, tra cui un intervento inedito di Antonio Caronia.
Su George 01 interventi di:
Alterazionivideo, Franco Berardi Bifo, Heath Bunting, Michele Capararo, Giampaolo Capisani, Massimo Cappi, Antonio Caronia, Gianluca Codeghini, Claudio Corfone, Danilo Correale, Ermanno Cristini, Carlo Dell’Acqua, Gianluca D’Incà Levis, Marta Fernandez Calvo, Thomas Feuerstein, Helga Franza, Michele Guido, Silvia Hell, Debora Hirsch, Joykix, Gaetano La Rosa, Domenico Antonio Mancini, Davide Mancini Zanchi, Nicolas Martino, Rebecca Moccia, Concetta Modica, Bruno Muzzolini, the 181 (Brandon Boan, Abby Donovan, Tom Hughes, Jason Rhodes), Eugenio Tibaldi, Dan Perjovski, Todd Portnowitz, Premiata Ditta, Angelo Sarleti, Luca Scarabelli, Enzo Umbaca, Sophie Usunier, Luca Valenziano, Massimilano Viel, Diego Zuelli.
http://www.cosecosmiche.org/
Per STUDIFESTIVAL 2016 Arianna Giorgi invita Sophie Usunier a pensare ad un progetto nel proprio studio.
Citando il titolo della canzone dei Velvet Underground, Sophie Usunier propone l’idea dello specchio come agente reagente di connessioni reciproche.
Ne deriva la necessità di coinvolgere altri artisti, non solo visuali, ma di diverse dicipline, nel cui lavoro e sensibilità le due artiste si riflettono da tempo. Lo scopo sarà quello di mettere a fuoco gli aspetti omogenei fra le singolarità di ciascuno nello spazio ristretto di un solo studio.
Da qui l’acronimo della canzone IBYM come titolo della mostra.
Alessia Armeni, Marco Belfiore, Antonio Cos, Davide De Franscesco, Gabriella Giandelli, Arianna Giorgi, Chiyoko Miura, Concetta Modica, Luca Pancrazzi, Sara Rossi, Bernard Rudden, Sophie Usunier, Vivianne van Singer “rifrangendosi” l’uno nell’altro coglieranno, così, l' occasione per rispecchiarsi in un luogo che catalizzi le reciprocità in una dimensione allargata di connessioni.
www.ibymblog.wordpress.com
http://www.studifestival.it/
Citando il titolo della canzone dei Velvet Underground, Sophie Usunier propone l’idea dello specchio come agente reagente di connessioni reciproche.
Ne deriva la necessità di coinvolgere altri artisti, non solo visuali, ma di diverse dicipline, nel cui lavoro e sensibilità le due artiste si riflettono da tempo. Lo scopo sarà quello di mettere a fuoco gli aspetti omogenei fra le singolarità di ciascuno nello spazio ristretto di un solo studio.
Da qui l’acronimo della canzone IBYM come titolo della mostra.
Alessia Armeni, Marco Belfiore, Antonio Cos, Davide De Franscesco, Gabriella Giandelli, Arianna Giorgi, Chiyoko Miura, Concetta Modica, Luca Pancrazzi, Sara Rossi, Bernard Rudden, Sophie Usunier, Vivianne van Singer “rifrangendosi” l’uno nell’altro coglieranno, così, l' occasione per rispecchiarsi in un luogo che catalizzi le reciprocità in una dimensione allargata di connessioni.
www.ibymblog.wordpress.com
http://www.studifestival.it/
NO PLACE invade il Castello di Fombio
Siamo abituati a pensare a una mostra d’arte come a un progetto chiuso e definito, dove un soggetto (il curatore o promotore) si assume il compito di scegliere a priori uno o più artisti, di individuare un tema e di creare, così, un organismo fatto e finito, pronto ad essere esibito, con una discreta sicurezza sul risultato, al pubblico.
Quando, però, si esce dalle piste tracciate e ci si spinge sul terreno delle sperimentazioni culturali, i risultati possono essere sorprendenti: è l’esperienza di NO PLACE, una mostra-incontro, un evento sociale più che espositivo che capovolge le consuete modalità organizzative.
L’obiettivo non è la sintesi, ma l’espansione: basandosi sulla metafora del rizoma, ogni partecipante è al tempo stesso artista e curatore e, pertanto, chiamato a sua volta a coinvolgere e coordinare altri partecipanti a propria discrezione, attivando reazioni (e connessioni) a catena che sfuggono alla presunzione del controllo centrale.
Così, sabato 12 marzo gli spazi del Castello di Fombio saranno al centro di questo innovativo esperimento, che ha tra i suoi obiettivi, anche, la riscoperta di questo monumento. Per un giorno intero, gli infonderà la vitalità dell’arte, ne farà nuovamente luogo di incontro e di scambio e, al tempo stesso, vittima di una “invasione” non più bellica ma artistica e creativa.
Partito da un primo nucleo di 16 autori, il rizoma di NO PLACE ha già coinvolto oltre 250 artisti, chiamati a portare una traccia di sé sotto forma di opere che vivano di “luce propria” (installazioni luminose, interventi visibili su smartphone, tablet, computer, lightbox ecc.), popolando il castello di presenze discrete fatte di luci vibratili e mai definitive.
Segui l’evoluzione: http://noplace.space/
Siamo abituati a pensare a una mostra d’arte come a un progetto chiuso e definito, dove un soggetto (il curatore o promotore) si assume il compito di scegliere a priori uno o più artisti, di individuare un tema e di creare, così, un organismo fatto e finito, pronto ad essere esibito, con una discreta sicurezza sul risultato, al pubblico.
Quando, però, si esce dalle piste tracciate e ci si spinge sul terreno delle sperimentazioni culturali, i risultati possono essere sorprendenti: è l’esperienza di NO PLACE, una mostra-incontro, un evento sociale più che espositivo che capovolge le consuete modalità organizzative.
L’obiettivo non è la sintesi, ma l’espansione: basandosi sulla metafora del rizoma, ogni partecipante è al tempo stesso artista e curatore e, pertanto, chiamato a sua volta a coinvolgere e coordinare altri partecipanti a propria discrezione, attivando reazioni (e connessioni) a catena che sfuggono alla presunzione del controllo centrale.
Così, sabato 12 marzo gli spazi del Castello di Fombio saranno al centro di questo innovativo esperimento, che ha tra i suoi obiettivi, anche, la riscoperta di questo monumento. Per un giorno intero, gli infonderà la vitalità dell’arte, ne farà nuovamente luogo di incontro e di scambio e, al tempo stesso, vittima di una “invasione” non più bellica ma artistica e creativa.
Partito da un primo nucleo di 16 autori, il rizoma di NO PLACE ha già coinvolto oltre 250 artisti, chiamati a portare una traccia di sé sotto forma di opere che vivano di “luce propria” (installazioni luminose, interventi visibili su smartphone, tablet, computer, lightbox ecc.), popolando il castello di presenze discrete fatte di luci vibratili e mai definitive.
Segui l’evoluzione: http://noplace.space/
tratto da Vivere supplemento della "Sicilia" del 18-02-16
Vi aspettiamo , anche a cena, dateci conferma
Libreria delle donne di Milano, via Pietro Calvi 29
Sabato 23 gennaio – 25 febbraio 2016 ore 18,30
La quarta vetrina
Artiste contemporanee raccontano la loro relazione con l’arte, i libri, le donne, i pensieri.
A cura di Francesca Pasini.
Prosegue il ciclo con Concetta Modica, Quel che resta.
Dopo l’inaugurazione, l’incontro con l’artista e la curatrice. Cena della cucina di Estia (la conferma è gradita).
Sarà in vendita la stampa (1/10), realizzata dall’artista per La Quarta Vetrina.
Da una vetrina all’altra, siamo alla terza, nasce un’antologia di visioni. La sinergia tra parole e immagini diventa fluida e, tra l’interno e l’esterno della vetrina e di chi partecipa, il filo delle suggestioni si disfa e si riannoda.
E’ il caso di Concetta Modica che realizza un’opera col filo di lana, rimasto da opere precedenti. Nel 2001, da poco arrivata a Milano dalla Sicilia, alla Gamec di Bergamo, con i fili della coperta della nonna, che aveva disfatto, crea un paesaggio astratto, multicolore, nel quale si poteva entrare. Fili che ha poi usato per altre opere, alcune in collaborazione con altri artisti. Pensava di aver chiuso quel ciclo. “No, non è ancora finito”.
I molti fili che ha “visto” collegare parole e pensieri negli incontri in Libreria, le hanno fatto scegliere di usare Quel che resta per la vetrina e il dialogo che verrà. Così ha ricamato su un lenzuolo i segni che normalmente si fanno per contare, ad esempio i voti, quattro linee orizzontali e una verticale e si ottiene un insieme di cinque per un conteggio tempestivo. Ma è anche segno del tempo che passa.
L’immagine è aperta e molto attraente. Gli spunti di lettura sono tantissimi. La cultura artigianale. Il rapporto con il materno (la nonna) e il desiderio di promuoverlo tra donne e uomini. Il dubbio di non poter mai dire quando l’opera è conclusa. Il dialogo come sistema di fili da disfare, per allentare i nodi, sciogliere i punti non scorrevoli e avere ancora altro filo da tessere.
A quest’opera, posta sul fronte della vetrina, Concetta Modica aggiunge sul retro, dove il fili pendono dal ricamo in un intrico “naturale”, una scultura composita. Di nuovo il nodo è Quel che resta, dal passato o da altrove, come la mano in gesso trovata da un marmista, che impugna il trespolo su cui sono appoggiati tre suoi libri di foglie. Sono foglie cadute, che trova e conserva tra le pagine, colorando i tratti mancanti, gli sgretolamenti. Ritesse le loro vite e le sposta nei libri: i nostri compagni di viaggio dal passato al presente. Alla base del trespolo, in un sasso spaccato a metà ha premuto altri fili colorati. Saranno gli ultimi? Probabilmente, ma altri ne verranno lavorati e disfatti, durante il dialogo dell’inaugurazione. E non è questo il lavoro che la Libreria delle donne di Milano compie da oltre quarant’anni?
Concetta Modica, “Quel che resta”, 2016
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10 Dicembre 2015 / 23 Gennaio 2016 , Museo d'Arte Contemporanea di Lissone.
Martina Cavallarin, Stefano Franchini, Annalisa Furnari, Alice Ginaldi, Olaf Hajek,
Veronica Liotti, Fabio Marullo, Concetta Modica, Gianni Moretti, Marco Pezzotta,
Michele Tocca, Sophie Usunier, Alberto Zanchetta
24000 bc
Lorenza Boisi Concetta Modica Eva Reguzzoni
MARS- via Guido Guinizelli 6- Milano
Inagurazione 10 giugno h 18
La Venere di Dolní Věstonice fu scoperta il 13 luglio del 1925 in uno strato di cenere,
divisa in due pezzi.
It has a height of 111 millimetres (4.4 in)
and a width of 43 millimetres (1.7 in) at its widest point
and is made of a clay body fired at a relatively low temperature.
Le prime ceramiche conosciute sono databili a circa 24,000 anni avanti Cristo. Qualcuno dice 25,000 altri arrivano ad ipotesi di 29,000.
Il sito paleolitico di Dolní Věstonice, in Moravia, è stato oggetto di una ricerca archeologica sistematica dal 1924, guidata da Karel Absolon. Qui è stata ritrovata la celebre Venere, insieme ad essa innumerevoli figure di animali - orsi, leone, mammut, cavallo, volpe, rinoceronte, civetta e più di 2.000 palline di argilla cotta.
Le figurine antropomorfe, animali, biglie e formelle, costituite da materia grassa animale e polvere di ossa unite a cenere d’ossa ed argilla porosa. Questi manufatti erano portati a cottura a temperature intorno ai 500-800° C in forni semi aperti, scavati nel suolo.
Non è tuttora chiaro l’uso ed il significato di tali oggetti, si esclude la funzione d’uso comune e si dovrà attendere sino al 9,000 prima di Cristo per ritrovare contenitori per alimenti e conservazione.
Un tomografia eseguita nel 2004 sulla figurina muliebre ha evidenziato un'impronta digitale di un bambino di età stimata tra 7 e 15 anni impressa sulla superficie…
MARS ha il piacere di presentare una storia di Ceramica e di tutto il resto, ad opera di tre artiste italiane con pratiche artistiche talvolta molto dissimili, che affrontano, da prospettive assolutamente interpretate, la lavorazione ceramica e la sua tradizione, costruendo un “ambiente” pseudo primitivo che richiami l’esperienza dell’esistenza arcaica in una trasfigurazione viva ed operata collettivamente.
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Lorenza Boisi Concetta Modica Eva Reguzzoni
MARS- via Guido Guinizelli 6- Milano
Inagurazione 10 giugno h 18
La Venere di Dolní Věstonice fu scoperta il 13 luglio del 1925 in uno strato di cenere,
divisa in due pezzi.
It has a height of 111 millimetres (4.4 in)
and a width of 43 millimetres (1.7 in) at its widest point
and is made of a clay body fired at a relatively low temperature.
Le prime ceramiche conosciute sono databili a circa 24,000 anni avanti Cristo. Qualcuno dice 25,000 altri arrivano ad ipotesi di 29,000.
Il sito paleolitico di Dolní Věstonice, in Moravia, è stato oggetto di una ricerca archeologica sistematica dal 1924, guidata da Karel Absolon. Qui è stata ritrovata la celebre Venere, insieme ad essa innumerevoli figure di animali - orsi, leone, mammut, cavallo, volpe, rinoceronte, civetta e più di 2.000 palline di argilla cotta.
Le figurine antropomorfe, animali, biglie e formelle, costituite da materia grassa animale e polvere di ossa unite a cenere d’ossa ed argilla porosa. Questi manufatti erano portati a cottura a temperature intorno ai 500-800° C in forni semi aperti, scavati nel suolo.
Non è tuttora chiaro l’uso ed il significato di tali oggetti, si esclude la funzione d’uso comune e si dovrà attendere sino al 9,000 prima di Cristo per ritrovare contenitori per alimenti e conservazione.
Un tomografia eseguita nel 2004 sulla figurina muliebre ha evidenziato un'impronta digitale di un bambino di età stimata tra 7 e 15 anni impressa sulla superficie…
MARS ha il piacere di presentare una storia di Ceramica e di tutto il resto, ad opera di tre artiste italiane con pratiche artistiche talvolta molto dissimili, che affrontano, da prospettive assolutamente interpretate, la lavorazione ceramica e la sua tradizione, costruendo un “ambiente” pseudo primitivo che richiami l’esperienza dell’esistenza arcaica in una trasfigurazione viva ed operata collettivamente.
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Miart 2015 stand Francesco Pantaleone
10-12 aprile 2015
Opening 9 aprile su invito
Fieramilanocity
Viale Scarampo Pad. 3, Gate 5 20149 Milano
Apertura al pubblico Venerdì e Sabato ore 12.00-19.00
Domenica ore 11.00-19.00
Sabato 11 e Domenica 12 aprile dalle dalle 15 alle 20
da lunedì 13 su appuntamento ([email protected])
Sabato 11 aprile 2015, lo spazio C.O.S.M.O. presenta il terzo capitolo di TITOLO, un progetto di Francesco Carone.
Con opere di:
Stefano Arienti, Emanuele Becheri, Francesco Bernardi, Luca Bertolo, Chiara Camoni, Francesco Carone, Cristian Chironi, T-Yong Chung, Michelangelo Consani, Mario Dellavedova, Carlo Guaita, Andrea Marescalchi, Amedeo Martegani, Maurizio Mercuri, Sabrina Mezzaqui, Concetta Modica, Adriano Nasuti-Wood, Marco Neri, Nero/Alessandro Neretti, Luca Pancrazzi, Eugenia Vanni
Sabato 11 aprile dalle ore 16 sonorizzazione di Ottaven:
Bacio, piccola stretta all’orecchio e poi toc toc
TITOLO è un'opera in forma di collezione/mostra/biblioteca a capitoli itineranti.
Un'arbitraria indagine a puntate tra gli scaffali delle librerie degli artisti attraverso opere basate sulle molteplici declinazioni dell'idea di 'prodotto editoriale' e finalizzata alla pubblicazione di un libro di racconti con il quale sottolineare lo scambievole circuito senza fine dove la parola diventa immagine per tornare trasformata ad esser narrazione e suggestione scritta.
TITOLO cap.I (Il salottino) è stato presentato a Madeinfilandia 2014, Pieve a Presciano, AR;
TITOLO cap. II (Il giardino d'inverno) a Casabianca, Zola Predosa, BO.
Spazio C.O.S.M.O.
Come Ogni Semplice Movimento Ortogonale
Spazio C.O.S.M.O. è un luogo fisico e segreto nello studio di Luca Pancrazzi ed Elena El Asmar dedicato a progetti d’artista.
da lunedì 13 su appuntamento ([email protected])
Sabato 11 aprile 2015, lo spazio C.O.S.M.O. presenta il terzo capitolo di TITOLO, un progetto di Francesco Carone.
Con opere di:
Stefano Arienti, Emanuele Becheri, Francesco Bernardi, Luca Bertolo, Chiara Camoni, Francesco Carone, Cristian Chironi, T-Yong Chung, Michelangelo Consani, Mario Dellavedova, Carlo Guaita, Andrea Marescalchi, Amedeo Martegani, Maurizio Mercuri, Sabrina Mezzaqui, Concetta Modica, Adriano Nasuti-Wood, Marco Neri, Nero/Alessandro Neretti, Luca Pancrazzi, Eugenia Vanni
Sabato 11 aprile dalle ore 16 sonorizzazione di Ottaven:
Bacio, piccola stretta all’orecchio e poi toc toc
TITOLO è un'opera in forma di collezione/mostra/biblioteca a capitoli itineranti.
Un'arbitraria indagine a puntate tra gli scaffali delle librerie degli artisti attraverso opere basate sulle molteplici declinazioni dell'idea di 'prodotto editoriale' e finalizzata alla pubblicazione di un libro di racconti con il quale sottolineare lo scambievole circuito senza fine dove la parola diventa immagine per tornare trasformata ad esser narrazione e suggestione scritta.
TITOLO cap.I (Il salottino) è stato presentato a Madeinfilandia 2014, Pieve a Presciano, AR;
TITOLO cap. II (Il giardino d'inverno) a Casabianca, Zola Predosa, BO.
Spazio C.O.S.M.O.
Come Ogni Semplice Movimento Ortogonale
Spazio C.O.S.M.O. è un luogo fisico e segreto nello studio di Luca Pancrazzi ed Elena El Asmar dedicato a progetti d’artista.
I “sublimi” erano obiettori di crescita ante litteram. Denunciati dal patronato dell’epoca perché immorali, questi proletari che preferivano la festa al lavoro e si dimostravano incapaci di sottomettersi alla disciplina dell’officina non erano altro che portatori del punto di vista popolare sulla vita.’ ¹
Ispirata all’utopia del “Sublime’’ Parigino del 1870 e a quest’attitudine di decrescita, rallentamento e di condivisione delle idee nella loro forma più ‘primaria’ e ‘semplice’, la Fondazione Arthur Cravan chiede ad artisti, musicisti e scrittori di mettere a disposizione i loro taccuini e quaderni di appunti, disegni, materiali preparatori.
I taccuini di disegni e appunti raccolti formeranno una mostra - archivio visitabile e consultabile durante il festival degli Studi #1 dal 10 al 15 febbraio 2015.
Sarà possibile consultare i materiali più intimi del processo creativo che raramente sono accessibili e messi in mostra. Idee ‘nude’, altamente contagiose, poetiche e non ancora diventate opera, ubriache e sobrie. Da condividere e gustare con calma.
In consultazione i taccuini di:
Angelo Avogadri | Francesco Bertocco | Isabella Bordoni | Valerio Borgonuovo | Diego Caglioni | Antonio Cavadini | Gianluca Codeghini | Athena Corcoran-Tadd | Claudio Corfone | Matteo Cremonesi | Marzia Corinne Rossi | Carlo Dell’Acqua | Nicola Di Caprio | Loredana Dilillo | Alessandro Di Pietro | Rosanna Guida | Michele Guido | Marta Fernandez Calvo | Helga Franza | Silvia Hell | Joykix | Irina Kholodnaya | Sophie Ko Chkheidze | Donata Lazzarini | Domenico Antonio Mancini | Maria Giovanna Mancini | Silvia Mariotti | Esther Mathis | Monica Mazzone | Concetta Modica | Bruno Muzzolini | Silvia Negrini | Serena Osti | Francesco Pucci |Giovanna Ricotta | Pietro Spoto | Lorenzo Tamai | Davide Valenti | Vedovamazzei | Giorgia Vian | Massimiliano Viel | Diego Zuelli e altri ancora.
¹ Serge Latouche, Ellul contro il totalismo tecnico, Jaca Book, pag.19
Denis Poulot, Les Sublime ou le travailleur comme il est en 1870 et ce qu’il peut étre, Maspero, Paris 1980.
La Fondazione Arthur Cravan, è ispirata al performer dadaista A. Cravan ed ha l’obbiettivo di supportare, produrre e promuovere idee e progetti artistici considerati ‘Irrealizzabili’, ‘non convenzionali’ e ‘Senza Futuro’.
COSE COSMICHE è una piattaforma-catalizzatore di artisti, scienziati e ricercatori provenienti da varie discipline interessati a riflettere e confrontarsi su spazio, tempo, energia e materia. Cose Cosmiche è a cura di Helga Franza e Silvia Hell.
Ispirata all’utopia del “Sublime’’ Parigino del 1870 e a quest’attitudine di decrescita, rallentamento e di condivisione delle idee nella loro forma più ‘primaria’ e ‘semplice’, la Fondazione Arthur Cravan chiede ad artisti, musicisti e scrittori di mettere a disposizione i loro taccuini e quaderni di appunti, disegni, materiali preparatori.
I taccuini di disegni e appunti raccolti formeranno una mostra - archivio visitabile e consultabile durante il festival degli Studi #1 dal 10 al 15 febbraio 2015.
Sarà possibile consultare i materiali più intimi del processo creativo che raramente sono accessibili e messi in mostra. Idee ‘nude’, altamente contagiose, poetiche e non ancora diventate opera, ubriache e sobrie. Da condividere e gustare con calma.
In consultazione i taccuini di:
Angelo Avogadri | Francesco Bertocco | Isabella Bordoni | Valerio Borgonuovo | Diego Caglioni | Antonio Cavadini | Gianluca Codeghini | Athena Corcoran-Tadd | Claudio Corfone | Matteo Cremonesi | Marzia Corinne Rossi | Carlo Dell’Acqua | Nicola Di Caprio | Loredana Dilillo | Alessandro Di Pietro | Rosanna Guida | Michele Guido | Marta Fernandez Calvo | Helga Franza | Silvia Hell | Joykix | Irina Kholodnaya | Sophie Ko Chkheidze | Donata Lazzarini | Domenico Antonio Mancini | Maria Giovanna Mancini | Silvia Mariotti | Esther Mathis | Monica Mazzone | Concetta Modica | Bruno Muzzolini | Silvia Negrini | Serena Osti | Francesco Pucci |Giovanna Ricotta | Pietro Spoto | Lorenzo Tamai | Davide Valenti | Vedovamazzei | Giorgia Vian | Massimiliano Viel | Diego Zuelli e altri ancora.
¹ Serge Latouche, Ellul contro il totalismo tecnico, Jaca Book, pag.19
Denis Poulot, Les Sublime ou le travailleur comme il est en 1870 et ce qu’il peut étre, Maspero, Paris 1980.
La Fondazione Arthur Cravan, è ispirata al performer dadaista A. Cravan ed ha l’obbiettivo di supportare, produrre e promuovere idee e progetti artistici considerati ‘Irrealizzabili’, ‘non convenzionali’ e ‘Senza Futuro’.
COSE COSMICHE è una piattaforma-catalizzatore di artisti, scienziati e ricercatori provenienti da varie discipline interessati a riflettere e confrontarsi su spazio, tempo, energia e materia. Cose Cosmiche è a cura di Helga Franza e Silvia Hell.
GRAND HOTEL
a cura di Elena El Asmar | Serena Fineschi | Marco Andrea Magni | Luca Pancrazzi
“GRAND HOTEL” è un palcoscenico in legno di formato ridotto, una piattaforma reale dedicata all’ospitalità. E' un Hotel per artisti, e più precisamente ospita, raccoglie, accoglie e colleziona forme di passaggio provenienti dalle menti e dagli studi degli artisti invitati.
Sarà un basamento consultabile collocato nello studio di Marco Andrea Magni, dove la raccolta degli indizi potrà essere toccata, esaminata, spostata.
Negli studi le idee prendono forma, ma prima ancora di appartenere ad un loro destino le cose si muovono, si assemblano e quegli appunti sintetici e potenti vengono appoggiati, appesi, lanciati sui tavoli, chiusi nei quaderni oppure rimangono nelle memorie delle macchine fotografiche.
“GRAND HOTEL” parla della forma primaria che assume un’idea prima che sia educata ad opera d’arte, in questa fase sostanza e forma sembrano coincidere in un istante esattissimo.
Chiediamo agli artisti invitati di concederci di porre sul basamento ospitale una di queste forme proveniente dal loro studio, per costruire un luogo d'incontro che si popoli di queste forme primarie.
“Non c'è un termine dal quale si parta, né uno a cui si arrivi o si debba arrivare” diceva Deleuze - in dialogo con Parnet -, ma forse delle direzioni, degli orientamenti, delle entrate e delle uscite come in un Hotel.
“GRAND HOTEL” è un attimo dopo l’intuizione e un attimo prima dell’atto creativo.
a cura di Elena El Asmar | Serena Fineschi | Marco Andrea Magni | Luca Pancrazzi
“GRAND HOTEL” è un palcoscenico in legno di formato ridotto, una piattaforma reale dedicata all’ospitalità. E' un Hotel per artisti, e più precisamente ospita, raccoglie, accoglie e colleziona forme di passaggio provenienti dalle menti e dagli studi degli artisti invitati.
Sarà un basamento consultabile collocato nello studio di Marco Andrea Magni, dove la raccolta degli indizi potrà essere toccata, esaminata, spostata.
Negli studi le idee prendono forma, ma prima ancora di appartenere ad un loro destino le cose si muovono, si assemblano e quegli appunti sintetici e potenti vengono appoggiati, appesi, lanciati sui tavoli, chiusi nei quaderni oppure rimangono nelle memorie delle macchine fotografiche.
“GRAND HOTEL” parla della forma primaria che assume un’idea prima che sia educata ad opera d’arte, in questa fase sostanza e forma sembrano coincidere in un istante esattissimo.
Chiediamo agli artisti invitati di concederci di porre sul basamento ospitale una di queste forme proveniente dal loro studio, per costruire un luogo d'incontro che si popoli di queste forme primarie.
“Non c'è un termine dal quale si parta, né uno a cui si arrivi o si debba arrivare” diceva Deleuze - in dialogo con Parnet -, ma forse delle direzioni, degli orientamenti, delle entrate e delle uscite come in un Hotel.
“GRAND HOTEL” è un attimo dopo l’intuizione e un attimo prima dell’atto creativo.
Where do we go from here?
Nell’ambito di un progetto più ampio, questa idea di mostra in studio, nasce da un atelier disegnato come angolo acuto su una mappa, il cui ideale prolungamento arriva allo studio di altri due artisti.
La conoscenza casuale nella vicinanza è stata la causa di una domanda su un dove, dove ci troviamo.
La mostra si ispira agli effetti di una mappatura, con uno sguardo sulla propria identificazione nello spazio, sulle relazioni e le distanze, le connessioni e i tempi di uno schema che ci indica il luogo dove ci troviamo, li, dove siamo arrivati.
“ Where do we go from here? ” suggerisce una riflessione che guarda al luogo e al lavoro in termini di “vicinanza”, quasi che la scoperta di una connessione di prossimità sul territorio, possa svelare una possibile confluenza artistica.
Un gioco di associazioni per infatuazione o similitudine, intendono tracciare i margini di un luogo fisico e ideale che una volta raggiunto apre ad altre direzioni e interrogativi.
Nell’ambito di un progetto più ampio, questa idea di mostra in studio, nasce da un atelier disegnato come angolo acuto su una mappa, il cui ideale prolungamento arriva allo studio di altri due artisti.
La conoscenza casuale nella vicinanza è stata la causa di una domanda su un dove, dove ci troviamo.
La mostra si ispira agli effetti di una mappatura, con uno sguardo sulla propria identificazione nello spazio, sulle relazioni e le distanze, le connessioni e i tempi di uno schema che ci indica il luogo dove ci troviamo, li, dove siamo arrivati.
“ Where do we go from here? ” suggerisce una riflessione che guarda al luogo e al lavoro in termini di “vicinanza”, quasi che la scoperta di una connessione di prossimità sul territorio, possa svelare una possibile confluenza artistica.
Un gioco di associazioni per infatuazione o similitudine, intendono tracciare i margini di un luogo fisico e ideale che una volta raggiunto apre ad altre direzioni e interrogativi.
scripta
l’arte a parole
ciclo di presentazioni con autori e curatori di edizioni sulla critica d’arte contemporanea
a cura di Pietro Gaglianò
Libreria Brac, Firenze
venerdì 16 gennaio 2015 ore 18.00
Concetta Modica
presenta
In pasto al presente
A+MBookstore
con una lettura a due voci di
Michela Eremita e Francesco Lauretta
Il 2015 di scripta si apre con un libro d’artista. Nell’incontro di venerdì 16 gennaio, alle ore 18.00 presso la Libreria Brac di Firenze, Concetta Modica presenterà al pubblico In pasto al presente: il volume raccoglie i contributi di ventisette autori. Artisti la cui voce emerge da brevi conversazioni in forma quasi privata, svelando “le fatiche quotidiane, i momenti difficili, le riflessioni sui movimenti artistici, gli avvenimenti politici, sulle scelte personali cruciali, raccontate da artisti contemporanei senza lirismo ed enfasi”.
L’artista ha ascoltato i loro racconti, riportando l’immediatezza delle parole e lasciando al lettore la possibilità di scoprirli e individuarli uno ad uno. Saprà il lettore restituire a ogni autore il suo pensiero? Il senso di questa operazione risiede tutto in questo riconoscimento di una legittimità intellettuale del pensiero come “il primo lavoro”.
In questa occasione, come nelle precedenti, Concetta Modica affida l’interpretazione di alcune parti del libro alla voce di lettori inediti. Alla Brac saranno la storica dell’arte Michela Eremita e l’artista Francesco Lauretta.
Il libro contiene i testi di Stefano Arienti, Marion Baruch, Stefano Boccalini, Anna Valeria Borsari, Vincenzo Cabiati, Marco Cingolani, Ermanno Cristini, Enzo Cucchi, Mario Dellavedova, Gabriele Di Matteo, Alberto Garutti, Marco Gastini, Emilio Isgrò, Francesco Lauretta, Corrado Levi , Luigi Mainolfi, Giuseppe Maraniello, Amedeo Martegani, Chijoko Miura, Giulio Paolini, Luca Pancrazzi, Alessandra Spranzi, AlessandraTortarolo, Franco Vaccari, Grazia Varisco, Vedovamazzei, Gilberto Zorio.